E’ inutile sottolineare quanto pericoloso sia lavorare in presenza di manufatti trattati con amianto. Come pure, è noto che “l’amianto resta un problema serio per il trasporto via mare”; ad affermarlo, questa volta è il Lloyd Register, società che da sempre si interessa alla classificazione di navi ed alla certificazione della qualità e della sicurezza delle stesse.
Le navi spesso sono state sottoposte ad un aumento del rischio di esposizione all’amianto; nel corso degli anni, l’industria delle costruzioni navali ha usato l’amianto con procedure e metodi pericolosi diffusi in molti cantieri. Pur trovandoci di fronte ad una migliore gestione e la riduzione della produzione di amianto, esistono ancora ampi margini di miglioramento in tema di sicurezza, soprattutto per ridurre il numero delle morti. Infatti, si stima che più di 107.000 persone muoiono ogni anno per mesotelioma, carcinoma polmonare e asbestosi – tre principali patologie correlate all’amianto – a seguito di esposizione professionale in ambiti lavorativi.
Nel presentare le nuove “linee guida”del Lloyd Register, in tema sicurezza dall’amianto, Robin Townsend, capo specialista del Regulatory Department Lloyd, sezione affari legali del Registro, afferma: “Lungi dall’essere un problema del passato, l’amianto è ancora prodotto in molti paesi ed è ancora ampiamente utilizzato, ed è presente in molti edifici e strutture esistenti, comprese le navi . La maggior parte dei paesi ancora non hanno divieti efficaci e la produzione globale di amianto è ancora oltre il 40 per cento dei valori di picco. E’ imperativo per noi proporre e vedere ulteriori e sostanziali miglioramenti nelle applicazioni normative ed una riduzione della mortalità correlata all’amianto”.
Questa nuova guida sull’amianto nelle navi offre una panoramica ampia di questo prodotto: esplora la sua storia, la composizione, i suoi effetti sulla salute dell’uomo e ne sottolinea l’importanza vitale di una gestione corretta; inoltre, illustra regole e regolamenti legati all’amianto e suggerisce gli strumenti che possono essere utilizzati per ottenere le migliori pratiche nella gestione dell’amianto. “Per il Lloyd Register, è fondamentale continuare a mantenere la guardia alta contro i rischi che l’amianto presenta all’interno del settore marittimo e ci auguriamo vivamente che questa pubblicazione abbia raggiunto l’obiettivo”, ha concluso Townsend nel suo comunicato.
Ricordiamo che un ultimo studio inglese sull’argomento, riportato pure dall’associazione italiana Medicina Democratica, ha stimato un 61% di aumento dell’incidenza di malattie legate all’amianto nei lavoratori dei cantieri navali; a Trieste, dimostra lo studio, che su 153 uomini che erano morti di mesotelioma maligno, 99 avevano lavorato nella cantieristica navale, 19 erano stati imbarcati su navi mercantili e/o militari, mentre sette erano stati impegnati come lavoratori portuali.