Per la letteratura marittima, il 2005 è stato l’anno in cui la flotta mondiale di navi da carico ha raggiunto l’importante numero simbolico di 50.000; oggi sicuramente sono di più e con una capacità di stazza aumentata. Sia il numero di navi , che la diversa tipicizzazione con una over-capacity hanno alterato il commercio marittimo generando dei diversi gradi di mercato del trasporto via mare fortemente depressi soprattutto in questi ultimi anni. Molte Università e Centri di studi marittimi si stanno ponendo i “perché” di una flotta di navi con queste caratteristiche e quale possa essere la loro prospettiva per il futuro.
Basti riflettere su alcuni dati: 2011 la flotta di navi segnava 83.000 unità e comprendeva non solo le grandi flotte di navi portarinfuse e petroliere, navi portacontainer, ma anche una vasta gamma di altri tipi: navi da carico generale, navi polivalenti, roll on-roll off, navi gasiere, navi da crociera, imbarcazioni di servizio offshore e altri (come i rimorchiatori e draghe). Mentre il dato mercantile importante è che le navi prettamente da carico passano da 50.000 del 2005 a 57.400 di oggi, con una crescita media annua del 7,5% e con tassi di espansione veloci nei principali settori. Per gli studiosi di economia marittima tutto questo è un “problema” per l’intero processo del trasporto marittimo; ma è “problema”, purtroppo, sia per gli armatori che per i banchieri, poiché la capacità di navi ha superato la domanda di commercio e di servizi di trasporto.
Due aspetti del mercato in forte squilibrio che sta generando un impatto negativo sui guadagni del trasporto marittimo e sulla redditività. Si sta aspettando la lenta ripresa della seconda metà del 2013 con forti espansioni da parte della Cina e del Giappone: una scena commerciale in evoluzione anche se influenzata da altri fattori, come l’equilibrio geo-politico di quelle aree. Gli eventi politici potrebbero incidere sui modelli di trading con circostanze essenzialmente imprevedibili. Rimane che la “sovraccapacità” della flotta di navi è un problema serio, non del tutto risolto, anche se in lenta diminuzione, come sottolineano la maggior parte delle statistiche mondiale; anche se l’aumento del numero di navi ha favorito l’industria della cantieristica navale, ma non per l’eurozona, riequilibrare i livelli di un mercato difficile ci vorrà ancora del tempo.
Abele Carruezzo