Ci ricordiamo tutti dei detriti e rifiuti dispersi in mare, dopo le varie onde di tsunami che hanno devastato intere zone costiere e non solo; ne scrivemmo esattamente un anno fa. Oggi, la notizia: questa grande isola di plastica oceanica, nata da rifiuti e trascinata in mare dalle correnti, denominata la “Garbage Patch” diventa Stato Federale.
Stiamo parlando di un fenomeno di inquinamento tra i più gravi creato dalla plastica dispersa e trascinata in mare dalle correnti nello stesso sito marino e che ha assunto il nome di “Great pacific Garbage Patch” (GPGP); questo sito formato da detriti e rifiuti sta crescendo a tal punto da assumere dimensioni chiare e definite di una grande isola.
Per questo e per una azione di sensibilizzazione, l’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) ha riconosciuto il GPGP come stato indipendente e membro permanente del consiglio di sicurezza dell’ONU. Così, come ogni altro Stato riconosciuto, il Garbage Patch parteciperà alla Biennale di Venezia con un suo padiglione nel cortile dell’Università Cà Foscari.
A settembre seguirà un’installazione nella piazza del Museo Maxxi di Roma ed è prevista anche una missione che sarà organizzata in mezzo all’Atlantico. Il riconoscimento dello “Stato del Garbage Patch”, pur essendo una isola concreta, ma fittizio come stato, vuole accendere i riflettori su un problema importante quale la sensibilizzazione collettiva sul tema della salvezza del Pianeta. Uno stato, una immagine subliminale, un logo per raccontare e riconoscere il senso della minaccia ecologica e della progressiva sofferenza ambientale.
Abele Carruezzo