Assoporti: lettera a Napolitano

In una lettera-appello al , ,, l’associazione dei , torna a chiedere attenzione da parte dell’Italia alla portualita’ e, piu’ in generale, all’economia del mare. Nella lettera il presidente di Assoporti, Luigi , denuncia la mancata valorizzazione dei porti nell’azione dei governi che si sono succeduti alla guida del Paese e rilancia invece la centralita’ strategica dei porti ed evidenzia il contributo della portualita’ al Pil nazionale.

”Per i servizi di logistica portuale e le attività ausiliarie – si legge nel documento – si stima un valore della produzione per oltre 6.500 milioni di euro e quasi 32 mila occupati diretti: il sistema delle Autorità Portuali genera, avvalendosi di soli 1.280 occupati, un valore della produzione superiore ad un miliardo di euro”.

Per questo le Ap vanno implementate e secondo Assoporti ”va messo a punto un dell’intero sistema logistico che sia imperniato sulla portualità, che oggi soffre di assenza di visione strategica”. Assoporti chiede dunque ”una nuova visione strategica del soggetto Autorita’ Portuale”, e un nuovo modello di governance.

Nella lettera, Assoporti torna a chiede il riconoscimento alle Autorita’ Portuali di autonomia gestionale e finanziaria, e di ”rimuovere improprie equiparazioni alle pubbliche amministrazioni”.

”L’Autorità Portuale – scrive Assoporti – deve diventare l’ente effettivamente responsabile dell’efficiente e coordinato andamento di tutte le attività in porto, sia quelle che si svolgono a terra sia quelle che si svolgono sul lato mare, sia delle attività svolte in regime di mercato, sia si tratti di attività delle pubbliche amministrazioni”.Non solo: secondo Assoporti, l’Autorita’ Portuale deve diventare ”soggetto logistico di area, coprotagonista delle politiche di assetto del territorio”, e ad essa deve essere affidato un ruolo di coordinamento per l’integrazione tra porti e interporti”. Per questo le Ap rivendicano autonomia gestionale e finanziaria, per garantire una ”autosufficienza economica”.

Alla luce di questa impostazione, Assoporti chiede: ”la parziale e temporanea fiscalizzazione degli oneri sociali delle imprese autorizzate; una riduzione delle accise dei prodotti energetici utilizzati dai mezzi operanti in aree portuali; la fissazione di regole certe e omogenee in tema di IMU sui beni demaniali marittimi affidati in concessione”.

”Dando per scontato che la ‘mano pubblica’ e’ e continuerà ad essere il principale investitore nel settore delle infrastrutture di trasporto – conclude l’associazione – il Presidente di Assoporti chiede di concentrare le risorse sui grandi investimenti gia’ progettualmente e finanziariamente definiti, quindi cantierabili in tempi brevi, supportati da solide analisi costi-benefici, nonche’ sui progetti di miglioramento-adeguamento-manutenzione innovativa, che facilitino e consolidino flussi attuali”.