Continua il braccio di ferro tra l’Italia e l’India sul caso dei nostri due marò del Battaglione San Marco. Due le considerazioni: la prima di carattere giuridico in quanto l’India, con la sua Alta Corte di Kerala, affermava il diritto/dovere tramite un tribunale speciale a processare i due marò, che sicuramente sarebbero stati condannati; tesi infondata per la Legge internazionale del Mare e tutta da dimostrare perché senza prove ufficiali e non contaminate. La seconda è di una “capacità” della sovranità di uno Stato (in questo caso l’Italia) ad “onorare” l’impegno a far rientrare i nostri soldati, una volta terminata la licenza per espletare il diritto di voto (23 febbraio 23 marzo 2013).
Invece da parte loro, l’onore lo hanno vanificato quando hanno attirato la nave italiana in acque territoriali indiane con uno stratagemma bugiardo. Premesso che pur esprimendo solidarietà per le famiglie dei pescatori morti e non per colpa dei due marò, tutta la vicenda si tinge di una complessità internazionale marittima, politica, economica e sociale. Pare che il nostro governo, con il Ministro degli Esteri Terzi, stia esplicitando tutta un’azione politica concertata, libera da vincoli e con l’obiettivo di dimostrare di essere “Stato”, al costo di non mantenere l’impegno. Così, la Farnesina ha annunciato, oggi, che i due marò Salvatore Girone e Massimiliano Latorre non torneranno in India alla scadenza del permesso che era stato loro concesso per ritornare in Italia a votare.
L’ambasciatore italiano a Nuova Delhi, Daniele Mancini, lo ha comunicato alle autorità indiane. Il ministro degli Esteri indiano Salman Kurshid ha dichiarato alla stampa internazionale che “non sarebbe bene reagire ora” alla notizia che i marò resteranno in Italia. Una certa speranza che questo non causerà nessuna reazione diplomatica e politica è confortata da altre considerazioni correlate tra i due Stati, e che forse la commedia, durata un anno, è finita. Per la prima licenza, quella di Natale, i due marò vennero rimpatriati con copie dei passaporti; per questa nuova licenza, quella per il diritto al voto, l’India ha riconsegnato loro i passaporti originali. La seconda correlazione è relativa alla commessa della Finmeccanica degli elicotteri all’India; proprio in questi giorni vi sono stati trasferimenti di documenti importanti, per farne chiarezza su questa commessa.
Ufficialmente sui marò, anche se è nata una controversia internazionale con l’India, la Farnesina nella sua nota afferma che ” l’Italia ha sempre ritenuto che la condotta delle Autorità indiane violasse gli obblighi di diritto internazionale gravanti sull’India, in particolare il principio dell’immunità dalla giurisdizione degli organi dello Stato straniero e le regole della Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare (Unclos) del 1982″ ed ancora ” si propone formalmente al governo indiano, a mezzo dell’Ambasciatore Mancini, la disponibilità italiana di giungere ad un accordo per una soluzione della controversia anche attraverso un arbitrato internazionale o una risoluzione giudiziaria”. Comunque, un triste capitolo finalmente è concluso ed i nostri due marò del San Marco possono rientrare in forza in Italia. Aye, Aye.