Mare del Nord: piattaforma petrolifera evacuata

Ancora una piattaforma petrolifera in difficoltà nel Mare del Nord. Un comunicato stretto, diramato e concordato con le Autorità Marittime della zona: “la TAQA informa che decine di lavoratori sono stati evacuati dalla piattaforma , sita a nord-est della Scozia, dopo aver rilevato una perdita di idrocarburi e senza sversamenti a mare. Evacuazione iniziata sabato scorso con 75 lavoratori dei 145 presenti sul situ petrolifero”. L’azienda Dhabi Abu-based afferma che la perdita si è verificata ad una delle “gambe” della piattaforma, scoperta durante la manutenzione ordinaria con la conseguente chiusura di tutti i gasdotti per precauzione.

Ricordiamo che l’impianto si trova a circa 95 miglia (150 chilometri) a nord-est di Lerwick sulle Isole Shetland e che l’incidente è il secondo di quest’ultimo periodo e lascia pensare sulla qualità delle manutenzioni effettuate. Oltre a questi incidenti su piattaforme, l’economista olandese Ben Vollaard ha affermato ieri con un comunicato ai media internazionali, che  “ogni anno, circa mezzo milione di litri di petrolio viene scaricato illegalmente nel Mare del Nord”; Vollaard giunge a queste conclusioni dopo avere analizzato i dati della olandese nel corso degli ultimi 20 anni (report e verbali delle inflazioni verificate). Gran parte del petrolio viene scaricato a mare di notte perché riduce il rischio di essere scoperti e poi costa soldi per liberarsi di tali rifiuti in discariche autorizzate. Le perdite di petrolio sono causate da discariche abusive, come derivante dal lavaggio delle cisterne o dallo smaltimento di acque di sentina.

Qualsiasi scarico di petrolio nel Mare del Nord, compreso l’olio di rifiuti effettuato da navi è noto che è severamente proibito; ma Vollaard ricorda che queste operazioni (dumping) avvengono perché, pur di fronte a controlli severi, le multe per lo scarico illegale sono relativamente basse rispetto ad altri Paesi, nonostante le reazioni degli ambientalisti olandesi.

 

Abele Carruezzo