E’ stata presentata quest’oggi a Roma presso la Biblioteca del Senato “Giovanni Spadolini” alla presenza della Senatrice Simona Vicari, Segretario della Presidenza del Senato, Guido Improta, Sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti e Anton Francesco Albertoni, Presidente di UCINA Confindustria Nautica, la quarta edizione (oltre al numero zero del 2008) del Rapporto sul Turismo Nautico, la pubblicazione annuale di riferimento per il settore del turismo nautico in Italia.
Il rapporto, a cura dell’Osservatorio Nautico Nazionale, realtà nata nel 2008 con l’obiettivo di mettere a sistema le informazioni esistenti sul turismo nautico per ottenere un quadro d’insieme scientificamente sostenibile e farne un utile strumento di conoscenza, analizza in modo puntuale i riflessi che il settore genera a livello territoriale, ambientale, produttivo ed economico.
Focus dell’edizione 2013 del Rapporto, curato dal professor Gian Marco Ugolini dell’Università degli Studi di Genova, è stato l’analisi dei comportamenti di spesa del diportista e l’indotto complessivo generato dal turismo nautico sui territori, che restituisce non solo un’immagine di chi sia il diportista italiano, ma di come cambiano i modi e i tempi del turismo nautico.
Da un’indagine condotta su oltre 1.100 intervistati è emerso come nel 2012 la spesa complessiva dei diportisti stanziali nei marina (spesa annua per la barca – servizi portuali, carburanti, acquisto di accessori e componenti per la barca, manutenzione e alaggio – e spesa annuale sul territorio – trasporti , ristorazione, shopping, attività di intrattenimento e cultura – di tutti coloro che sono a bordo), coerentemente con la generale riduzione dei consumi dovuta alla crisi economica che ha colpito il Paese, sia scesa del 56% rispetto al 2011, passando da circa 1,1 miliardi di euro a poco più di 484 milioni di euro.
Il Rapporto ha inoltre analizzato l’effetto combinato della crisi e dei provvedimenti relativi al settore emanati nel 2012 sulle entrate per gli Enti Pubblici, mostrando come, nel complesso, le entrate pubbliche si siano più che dimezzate. passando da circa 970 milioni di euro a circa 462 milioni di euro.
Dal punto di vista dell’offerta di infrastrutture portuali sul territorio nazionale, il Rapporto evidenzia nel periodo 2007 – 2012 un incremento di circa il 9,6%, per un totale di 546 unità, di cui 352 porti polifunzionali, 117 punti di ormeggio e 77 porti turistici.
A livello di distribuzione territoriale la classifica del numero di infrastrutture portuali vede al primo posto la Sicilia con 89 infrastrutture, seguita dalla Sardegna (80) e dalla Liguria (53).
In merito al numero di posti barca stanziali il Rapporto registra una forte contrazione rispetto al 2011. Più in particolare, da un’indagine effettuata dall’Osservatorio Nautico Nazionale nell’estate del 2012, è emersa una contrazione complessiva rispetto al 2011 pari a circa 36 mila posti barca (-26%), che dal punto di vista occupazionale impattano su oltre 10.000 posti di lavoro tra addetti diretti e dell’indotto. Le perdite maggiori si sono registrate in Alto Tirreno (-11.700 posti barca e -3.802 posti di lavoro), seguito dal Sud (-9.300 posti barca e – 3.200 addetti) e dall’Alto Adriatico (-9.900 posti barca e – 1.900 posti di lavoro).
Una forte contrazione riguarda anche i posti barca riservati al transito, il 34% dei quali è rimasto vuoto sia per la generale riduzione del traffico, anche di provenienza estera, sia per la minore propensione alla navigazione dei diportisti italiani, con l’impatto peggiore in Liguria (-52%) e Toscana (-42%).
Il Rapporto sul Turismo Nautico 2013 mostra inoltre una forte variazione nei comportamenti del diportista legati all’uso della barca. Da un’indagine svolta direttamente sui diportisti nell’estate del 2012 è emerso come oltre la metà del campione abbia ridotto il tempo e il raggio di navigazione fuori dal porto base.
Dal confronto tra le risposte fornite con una precedente analisi realizzata nel 2009 è emerso inoltre come, in media, i giorni di navigazione annuali complessivi comprensivi di vacanze estive, week end e gite giornaliere si siano ridotti del 32,9%, passando da 60 a 40 giorni, con punte negative del -48% per le imbarcazioni della fascia 18-24 m e del -43,8% per le navi da diporto (> 24m). La navigazione di crociera, con il transito presso un altro porto, ha subito un tracollo del 68,9%.
Il 6% degli intervistati ha dichiarato di aver venduto la propria unità e un ulteriore 6,6% ha comprato una barca più piccola proprio nel 2012. Tutti gli intervistati hanno cambiato i propri modelli di spesa risparmiando fortemente sia sulle spese per la barca, sia su quelle effettuate sul territorio. La spesa per la barca in media si è contratta con un range compreso tra il -28% (imbarcazioni tra 18 e 24 metri) e il -52% (navi da diporto). La spesa sul territorio è crollata di oltre la metà, sino arrivare a un -73% per le navi da diporto.
Un’ulteriore indagine contenuta nel Rapporto e relativa al settore del charter evidenzia una stima del calo del fatturato nel 2012 rispetto al 2011 pari al 20,8%.
Il Rapporto contiene anche un capitolo sulle nuove normative favorevoli al comparto, emanate nell’ultimo quadrimestre dell’anno, tra cui spiccano l’istituzione del Registro Telematico delle Unità da Diporto e la proroga delle concessioni demaniali turistico-nautiche.
Queste ultime sono state illustrate dal Sottosegretario Improta che ne ha seguito l’iter parlamentare.
Nel corso della mattinata è stato inoltre presentata la seconda edizione del NaQI – Nautical Quality Index, l’indice che misura la qualità nautica delle 62 province di mare italiane sulla base di 6 indicatori: offerta territoriale di porti e posti barca, qualità dei servizi portuali, presenza di altri turismi del mare e accessibilità stradale, rapporto tra i posti barca disponibili e numero di diportisti che gravitano su quel territorio. Quest’anno sono stati poi stati introdotti la rilevazione della qualità ambientale del mare e del territorio costiero e la capacità di accoglienza e le risorse turistiche presenti nell’intorno dell’area costiera.
Al primo posto si è posizionata la provincia di Olbia Tempio (5° nel 2011). Al secondo posto si colloca la provincia di Lucca (1° nel 201), mentre al terzo posto si colloca la provincia di Genova (2° nel 2011).
Il Rapporto sul Turismo Nautico di quest’anno si avvale per la prima volta del supporto di Banca Carige. Per la stesura del Rapporto l’Osservatorio Nautico Nazionale ringrazia l’Ufficio Studi di UCINA – Confindustria Nautica, Assomarinas, Assonat, gli enti e le associazioni i cui dati sono citati nel Rapporto, i porti e i marina che hanno partecipato all’indagine sulla spesa del diportista, le imprese broker e charter che hanno partecipato all’indagine e i diportisti che hanno collaborato a tutte le indagini eseguite.