I Porti italiani chiedono al nuovo Parlamento e al nuovo Governo, qualunque esso sia, di ”cambiare rotta” per quanto riguarda le politiche adottate finora per il sistema portuale italiano. E indicano queste priorita’: autonomia finanziaria, coordinamento globale di tutte le funzioni in porto, semplificazione burocatica, Autorita’ di sistema logistico e sistemi multi porto.
In una nota diffusa oggi, Assoporti, l’associazione dei porti italiani, sottolinea che il 54% dell’import-export del sistema Paese passa attraverso i porti. Grazie a questo dato, i porti italiani si collocano al terzo posto in Europa per movimentazioni merci, al 2/o posto per traffico passeggeri, e al 1/o posto per numero di crocieristi. I servizi di logistica portuale – rileva Assoporti – generano un valore per oltre 6,5 miliardi di euro e danno lavoro a 32mila occupati diretti. Alla luce di questi dati, Assoporti chiede al nuovo Parlamento e al nuovo Governo “l’immediata attuazione di una serie di provvedimenti di reale emergenza”, e “una brusca inversione di rotta rispetto all’approccio di cronico disinteresse e di colpevole sottovalutazione dell’importanza del settore, vittima di una carenza di visione strategica, di misure che hanno mortificato il ruolo delle Autorità portuali e di una assenza pressoché totale di programmazione nell’allocazione delle scarse risorse pubbliche disponibili”.
Assoporti chiede l’adozione “immediata” di provvedimenti che restituiscano autonomia alle Autorità portuali (oggi equiparate a meri organismi burocratici), permettendo loro di essere “il reale motore istituzionale dello sviluppo logistico e territoriale”. Secondo l’associazione, e’ tempo di “rimuovere l’impropria equiparazione alle pubbliche amministrazioni” e di “conferire alle Ap un ruolo effettivamente centrale di coordinamento, semplificazione dei processi amministrativi, accelerazione delle procedure e degli interventi di programmazione, pianificazione e realizzazione di interventi infrastrutturali”.
“Solo attribuendo alle Ap una reale autonomia finanziaria, e quindi al Presidente l’effettiva responsabilita’ (e l’effettivo potere che ne consegue) dell’intero coordinamento delle attività in porto, sia sul lato mare sia sul lato terra, si possono porre le basi per un rilancio del settore”.Alla luce di quanto sta accadendo in Europa in tema di reti transeuropee, Assoporti propone infine al governo che verra’ di elaborare un piano strategico del sistema logistico nazionale che faccia perno sulla portualità nazionale. Sottolineando, tra l’altro, che esiste la possibilita’ di “sfruttare le potenzialità inespresse del mercato crocieristico”.Va avviata in Italia – conclude l’Associazione dei porti italiani – “una riflessione approfondita su un nuovo modello di governance portuale che faccia delle Autorità portuali soggetti logistici di aree estese nell’ambito delle politiche di assetto territoriale, individuando anche la possibilità di costituzione o definizione di sistemi multi portuali e multiscalo”.