PD: sua “La forza del mare”, idee di governo per l’economia marittima

Ieri, il Partito Democratico ha dimostrato di conoscere la forza del mare e la sua nave ha “buscato” il navegar! Mentre il professore Monti va adottando amici a quattro zampe, finalmente non si parla solo di processi, di imu, di tasse e di come restituire ai cittadini questi denari; così la segreteria nazionale del PD ha messo al centro della sua campagna elettorale l’economia del mare tanto bistrattata dall’ultimo governo di centro-destra e dai tecnici di Monti.

Un seminario “giusto”, presso il  Centro Congressi Roma Eventi, per ascoltare gli operatori della portualità, dello shipping e dei servizi marittimi, fra i quali il presidente di Assoporti, Luigi Merlo ed il presidente di Confitarma, Paolo D’Amico. Economia marittima fra le priorità, viste le 8 mila kilometri di , con un dicastero dedicato, ha sottolineato il vice-segretario del Pd, , visto che oggi proprio il mare con il suo indotto è un fattore dinamico di sviluppo che il nuovo governo non può disconoscere se effettivamente si vuole la crescita, e se si vuole generare lavoro diminuendo la disoccupazione.

Le priorità del “pacchetto mare”sono state illustrate dal responsabile Trasporti del Pd, , quali l’ ai porti, rimuovendo il tetto di 70 milioni per sostenere i piani di sviluppo dei singoli porti e aumentare gradualmente la percentuale fino al tetto del 3% per le grandi . Inoltre, serve una forte semplificazione burocratica, e noi crediamo -ha ribadito Mauri- si debba procedere a tappe forzate verso lo sportello unico portuale, una riforma che non solo è a costo zero, ma può far risparmiare soldi. Infine, l’esenzione dal pagamento delle accise sui carburanti per le macchine che operano all’interno degli scali e il ripristino degli incentivi al trasporto combinato strada-nave (ecobonus), che il ha bloccato.

Ed ancora non bisogna dimenticare l’importanza dell’innovazione nella cantieristica, e poiché i ritardi della logistica e delle infrastrutture costano al sistema delle imprese italiane decine di miliardi all’anno, è necessario recuperare questo gap non solo attraverso gli investimenti di grandi dimensioni, ma anche attraverso le piccole e medie opere. Per rilanciare una politica dei porti e permettere al nostro sistema portuale di esprimere tutte le proprie potenzialità, non servono solo investimenti, non servono solo norme, ma anche una attenzione specifica  a tutto il comparto “mare”.