Energia pulita per i trasporti: ESPO dice no!

La ha deciso: occorre creare una rete di stazioni di rifornimento per combustibili alternativi (leggasi GNL). Sembra un enunciato avvenieristico e tutto “green”; ma se guardiamo alla distribuzione geografica della  portualità europea ci accorgiamo che forse tutto è stato programmato e deciso circa questa rete, quali porti, su quali rotte e le miglia che distanziano fra loro queste stazioni. Un po' come quello che accadde sulle reti autostradali quando furono programmati e costruiti  autogrill e stazioni di rifornimento. Lo avevamo scritto giorni addietro: i porti del d'Italia, e quelli pugliesi in particolare, fanno parte della rete europea, quella principale per intenderci?

Ci viene da pensare; poiché nessun Paese della UE poteva imporre al proprio territorio dei rigassificatori, si può invece imporre delle stazioni di rifornimento, facendo palesare chissà quale business! Un conto è presto fatto: per le riduzioni di immissione di CO2 in atmosfera da parte delle navi, queste hanno ridotto di molti nodi le loro velocità in navigazione; il costo per la riconversione dei motori di una nave è alto da sopportare in questa fase di crisi; poi, una nave se è capace di giungere nel Canale d'Otranto, con il suo bunker pianificato e controllato per l'intero viaggio,sarà capace di attraversare tutto il Mare Adriatico per giungere fino a Trieste se questo era il di arrivo; mentre se utilizzerà come combustibile GNL non solo non potrà pianificare lunghi viaggi in libertà economica marittima, ma avrà l'obbligo di attraccare  in quei porti scelti (politicamente e non realmente dalla UE) per il rifornimento “verde”; quindi l'affare economico ed industriale dove si nasconde?

Oppure questa è un'altra proposta di economia marittima creativa? Infatti, l'associazione dei porti europei ha manifestato forte preoccupazione per l'intenzione della Commissione Europea di obbligare i porti che fanno parte del “” della rete transeuropea dei trasporti TEN-T a dotarsi di impianti per l'erogazione di gas naturale liquefatto alle navi. La disposizione fa parte del pacchetto di misure “Energia pulita per i trasporti”, del progetto europeo con l'obiettivo di creare una rete di stazioni di rifornimento di combustibili alternativi in tutta Europa. La proposta di direttiva della Commissione Europea è che vengano installate stazioni di rifornimento di GNL in tutti i 139 porti marittimi e interni della rete centrale transeuropea TEN-T rispettivamente entro il 2020 e il 2025. Si precisa che non si tratta di grandi terminal-gas, ma di stazioni di rifornimento fisse o mobili.

Sottolineando che l'ESPO sostiene anch'essa lo sviluppo del GNL come combustibile per le navi e che riconosce come l'uso dell'elettricità della rete terrestre per le navi all'ormeggio nei porti costituisca una delle possibili soluzioni per migliorare la qualità dell'aria nei porti e nelle limitrofe aree urbane, l'European Sea Ports Organization (ESPO) ha precisato di accogliere con favore anche il fatto che i finanziamenti saranno resi disponibili attraverso le procedure di selezione per la realizzazione dei progetti TEN-T, ma anche evidenziato di dubitare che l'imposizione di stazioni di rifornimento di GNL in tutti i principali porti della TEN-T sia una misura opportuna, “dal momento che – ha spiegato l'associazione – non può esserci un mercato in tutti questi porti, mentre potrebbe esserci in altri porti “non-core”. “Riteniamo – ha spiegato il segretario generale di ESPO, Patrick Verhoeven – che punti di rifornimento di GNL dovrebbero essere realizzati in quei porti dove ciò ha effettivamente senso”.

“La nostra preoccupazione – ha specificato Verhoeven – è che l'imposizione della realizzazione di infrastrutture per il GNL cofinanziate dall'UE in tutti i porti “core” in certi casi possa portare allo sviluppo di strutture in gran parte inutilizzate o sottoutilizzate”. Inoltre ESPO ritiene che le soluzioni alternative allo sviluppo del GNL e all'uso dell'elettricità della rete terrestre sono e diventeranno disponibili in misura sempre crescente nel prossimo futuro. Secondo ESPO, non esistono soluzioni “di tipo miracoloso” per migliorare le performance ambientali del trasporto marittimo e, “di conseguenza – ha concluso l'associazione – è necessario un più attento esame delle effettive esigenze dei singoli porti”.