Inizia male il 2013 per la finanza italiana per il caso dell’Istituto bancario Monte dei Paschi di Siena e chi crede che non verranno coinvolte imprese marittime si sbaglia. E’ un caso per l’Italia, non solo quella politica, paragonabile al disastro che fu per la Costa Concordia, giusto un anno fa. E continuiamo a domandarci: il 2013 sarà migliore o peggiore del 2012? Una risposta la possiamo comprendere osservando il mercato (chi lo sa leggere); studiando le relazioni finanziarie di aziende rispettabili a livello mondiale. Poi occorre valutare le previsioni del Fondo Monetario Internazionale, la Banca Mondiale, l’Agenzia Internazionale dell’Energia, Camera di Commercio Internazionale e US Energy Administration; farne un “campione-studio” per movimenti di merci da/per i porti di tutto il mondo per ottenerne una “misura-stima”.
Tutta questa “economia bocconiana”, analisi e capacità di operare non è servita a risolvere il problema più importante della società moderna: il lavoro. Compagnie di navigazione marittime, aeree ed impianti industriali dopo anni falliscono mandando lavoratori allo sbaraglio e verso una disperazione con depressione annessa. Qualcuno ha ricordato che secondo l’astrologia cinese, il 2013 è per definizione “anno del serpente”; anzi i cinesi ricordano che si parla di un serpente d’acqua; questo 2013 ha iniziato il suo percorso il 10 gennaio e terminerà il 30 gennaio 2014, secondo il calendario civile di nostra adozione. L’antica saggezza cinese racconta che avere un serpente in casa è di buon auspicio perché significa che la tua famiglia non morirà di fame; situazione non attuabile oggi, presi come siamo a gestire una finanza derivata, una economia in crisi ed una disoccupazione galoppante.
Dimenticando queste banali considerazioni astrologiche, e poiché le industrie dello shipping sono legate all’acqua di mare, possiamo dire che la maggior parte delle aziende sopravvissute nel periodo 2008 – 2012, molto probabilmente continueranno a sopravvivere alle sfide del 2013. Nel 2012, abbiamo visto molti fusioni, acquisizioni e fallimenti degni di nota che si sono consumati in ambito aziendale, e le relative tempeste finanziarie/economiche che ha subito anche il settore marittimo. Non vi è alcun motivo di pensare che il 2013 sarà diverso, anzi queste situazioni potrebbero essere ancora più incisive. Molti studi economici e analisti di flussi finanziari consigliano di fare attenzione a questi periodi che sono un buon momento per rimanere flessibili e pronti a soddisfare tutte le sfide o opportunità che verranno in quest’anno; con la citazione più comune che si sente: “il cambiamento è inevitabile”.
Dopo la fase di recessione degli USA e della Gran Bretagna, una luce all’orizzonte gli analisti la vedono nei mercati emergenti e nei paesi in via di sviluppo, che si prevede un trend di crescita annua positivo fino al 2017; ci si riferisce allo sviluppo dell’Asia, la Comunità degli Stati Indipendenti (America Latina e Caraibi). Ci conforta che la crescita del volume mondiale degli scambi di materie prime e derivate, unitamente alle relazioni commerciali sono da sempre la spina dorsale e la ragione primaria per l’esistenza di un settore industriale come quello del processo del trasporto marittimo; nel 2013 per la crescita del commercio prevede un miglioramento che si affermerà verso la seconda metà dell’anno.
Bisogna ripartire dalle infrastrutture delle regioni marittime e rimodulare l’esistente per dare respiro ad una crescita interna; molti paesi non brillano per la qualità delle strade di comunicazione; si nota poca innovazione, scarsa qualità delle istituzioni di ricerca scientifica e scarso investimento in risorse umane; poca collaborazione tra università ed industria con poca disponibilità di scienziati ed ingegneri. Capitale umano impiegato in posti non produttivi: tutti voglio fare tutto! Occorre una giusta organizzazione della distribuzione del personale per un futuro certo e non virtuale.
Abele Carruezzo