Macro-Regione Adriatica-Ionica

In Commissione UE, ieri si è tornati a parlare di come rendere il “mare” uno spazio centrale di innovazione, opportunità economiche e benessere per tutti i Paesi che lo circondano. Per l’  realizzare la coesione territoriale significa mettere in atto il concetto di “macro-regione” e quella dell’Adriatica-Ionica ne rappresenta il futuro dell’Europa.

Infatti, un territorio, quello -Ionio, ha tutti i requisiti per poter essere configurata come una macroregione omogenea non solo per la comunanza dei problemi, ma anche per le opportunità di risorse naturali e turistiche, per traguardare a delle prospettive di sviluppo reali. Già il 19 novembre scorso, il ministro degli Esteri Giulio Terzi sollecitava il Consiglio dei dell’Unione ad accordare, entro dicembre, il mandato alla per la redazione di un piano d’azione per l’area.

Un progetto “estremamente qualificante per l’Italia”, ma anche uno stimolo al “processo di integrazione europea” – sottolineava il ministro italiano- ; al pari di quanto già realizzato per le aree del Baltico e del Danubio, il piano d’azione dovrà porsi come obiettivi la creazione di infrastrutture e collegamenti per favorire l’integrazione. Per il ministro Terzi occorre approvare il piano della Commissione europea entro il 2014, quando prima la Grecia e poi l’Italia saranno chiamate a guidare il Consiglio dei Ministri dell’Unione e potranno porre il riconoscimento della per l’area adriatico-ionica al centro del semestre di presidenza.

Le strategie macroregionali sono un tipico esempio della ricchezza dell’unione europea;  riescono a tenere insieme i diversi stakeholder, puntando tanto sulla partecipazione delle società civili, quanto su quella delle autorità locali/regionali e dei governi centrali. La strategia UE per l’Adriatico-Ionio è un progetto da un’idea dei Governi di Italia, Slovenia e Grecia, cui si è aggiunta la Croazia, che aderirà all’UE nel 2013. Non sarà facile, ma il Governo italiano è impegnato con forza per due ordini di motivi: quello economico che permetterà di sviluppare  una serie di programmi in materia di sicurezza marittima, protezione ambientale, infrastrutture e trasporti; con pochi obiettivi strategici in tema di sicurezza marittima, corridoi (dal Baltico all’Adriatico) ed  energia. Il secondo motivo è politico: attraverso la strategia delle macroregioni, vengono ancorati all’Europa i paesi di nuova adesione, soprattutto quelli del quadrante sudorientale.

“Il Governo italiano é fortemente impegnato a conseguire l’obiettivo di varare la macroregione Adriatica-Ionica nel dicembre 2012”. Lo ha detto ieri a , il Sottosegretario agli Affari esteri Marta Dassù, intervenendo al seminario sul futuro della macroregione Adriatica-Ionica, realizzato con il contributo delle Regioni italiane ed europee che si affacciano sull’Adriatico e sullo Ionio. I lavori sono stati aperti dall’Ambasciatore Ferdinando Nelli Feroci, Rappresentante permanente per l’Italia presso l’Unione Europea. E, proprio ieri, la Commissione europea ha messo a punto il piano d’azione per una nuova strategia marittima per la futura macroregione Adriatico-Ionica di cui l’Italia chiede con forza l’attuazione, per stimolare una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva nella Regione.

Nel lanciare l’iniziativa, la commissaria Ue per gli affari marittimi e la pesca ha sottolineato che, “proprio nella prospettiva europea degli Stati nei Balcani occidentali, la circolazione di persone, merci e servizi nel Mare Adriatico e nel Mar Ionio è destinata ad aumentare”. Si tratta della prima iniziativa di questo genere nel bacino Mediterraneo che farà uso delle risorse, della legislazione e delle strutture esistenti per promuovere partenariato transfrontalieri e mobilitare operatori locali, regionali e nazionali verso obiettivi comuni. Il progetto coinvolge, oltre a Italia e Grecia, anche Albania, Bosnia-Erzegovina, Croazia, Montenegro, Serbia e Slovenia, con una partecipazione convinta all’integrazione dell’Unione.