Si trovano a bordo della motonave Ionian Spirit dal 29 settembre e hanno a disposizione solo short pass per scendere a terra e procurarsi cibo e beni di prima necessità. I 27 marittimi, di nazionalità egiziana e montenegrina, sono quasi in semi libertà a causa delle vicende giudiziarie che hanno bloccato in porto, proprio sulla banchina nei pressi dell’ex Stazione marittima, la nave che collegava Brindisi a Valona. A poppa hanno esposto uno striscione: “Crew need help”.
Le disavventure della Ionian Spirit, dell’armatore greco della Agoudimos Lines, sono cominciate lo scorso 27 marzo, quando l’autorità giudiziaria ne dispose il sequestro per le inadempienze nel pagamento dei diritti di banchina all’Autorità portuale. “L’autorità Giudiziaria in questione ha ritenuto meritevole di tutela l’intera somma vantata dall’Autorità Portuale nei confronti della nave (300.000,00 euro), ammontando, invece, l’intero credito ad un importo ancor più elevato se si considerano i diritti maturati nei confronti delle altre navi della stessa compagnia”, aveva spiegato l’Authority.
“La responsabilità di quanto avvenuto – spiegava una nota dell’ex presidente Hercules Haralambides – è da ascrivere esclusivamente all’Armatore e all’Agente Marittimo della Ionian Spirit che per anni non hanno ottemperato a quanto previsto dalla legge, nonostante i reiterati tentativi di mediazione intrapresi in più occasioni”.
L’utilizzo della nave, proprio per garantire il collegamento, era stato autorizzato già il 6 aprile ma, lo scorso 29 settembre, è arrivato il fermo. Sebbene per il comandante, di nazionalità greca, sia possibile applicare le norme previsti per i Paesi che hanno aderito al patto di Schengen, i marittimi sono invece bloccati a bordo.
A rotazione, i membri dell’equipaggio, che non percepiscono lo stipendio da tre mesi, possono lasciare la nave per poche ore ma con l’obbligo di tornarci entro la giornata. Un permesso che viene assegnato quotidianamente al 30% dell’equipaggio e che consente di rifornirsi: le scorte nella cambusa sono finite da tempo.
Francesca Cuomo