Malgrado la (o forse bisognerebbe dire proprio a causa della) crisi del debito sovrano che la sta strangolando, e le ricette della Trojka che sembrano produrre solo effetti peggiorativi ed ulteriormente recessivi, la Grecia cerca nuovi settori su cui basare la ripresa della propria malandata economia. Il Governo Greco punta tutto sull’energia, prevedendo sondaggi nei fondali dell’Egeo per estrazione di idrocarburi e gas liquido naturale.
Alla gara d’appalto internazionale per la concessione dei diritti di ricerca e di sfruttamento degli idrocarburi in tre zone della Grecia occidentale (Golfo di Patrasso, regione di Ioaninna e di Katakolo, al largo della costa occidentale del Peloponneso) indetta dal ministero ellenico per l’Ambiente e l’Energia hanno partecipato 11 grandi compagnie con importante esperienza internazionale.
Tra queste è stata scelta la norvegese Petroleum Geo-Services (PGS) la cui specialità sono le ricerche sismiche nel campo degli idrocarburi; lo ha annunciato il ministro Evangelos Livieratos davanti alla commissione “Produzione e Commercio” del Parlamento greco, spiegando che la società norvegese e’ l’unica a disporre di mezzi propri, tra cui 14 navi attrezzate per le ricerche sismiche, che saranno in funzione 24 ore su 24, velocizzando l’inizio delle operazioni. Secondo le stime di Liveratos la raccolta dati si concluderà alla fine dell’anno ed entro Agosto 2013 sarà completata la valutazione dei dati stessi, così nel 2014 potranno essere avviati gli appalti per la concessione delle zone per lo sfruttamento dei giacimenti eventualmente trovati.
Le aree oggetto della concessione si estendono per 225 chilometri quadrati, sono tra le meno esplorate al mondo e molti studi geologici le considerano tra le più promettenti. Le potenzialità dei giacimenti petroliferi al largo delle coste della Grecia sono stimate in circa 300 milioni di barili di greggio. Si ritiene che nel giacimento nel golfo di Patrasso se ne possano trovare più di 200 milioni di barili, circa ottanta milioni presso Ioannina e circa tre milioni al largo di Katokolo.
Oltre al greggio le grandi compagnie internazionali del settore energetico-estrattivo guardano con grande interesse ai bacini di GNL e di GPL, infatti la tendenza attuale nel settore energetico comporterà un aumento di utilizzo del gas naturale, un prodotto energetico conveniente e a basse emissioni. Il Giappone, che ha bisogno di gas per i prossimi decenni a causa dello stop al nucleare imposto dal disastro di Fukoshima, e la Cina, con il suo crescente appetito energetico, sono solo due esempi di mercati emergenti per il GNL.
Il Gas Naturale Liquefatto (GNL) è ovviamente trasportato in tutto il mondo tramite navi mercantili, e, poiché si stima che la domanda mondiale di GNL aumenterà del 35% entro il 2020, gli armatori greci si stanno già attrezzando, investendo oggi, per raccogliere i frutti di un mercato che conoscerà un vero e proprio boom secondo tutte le principali agenzie e centri studi sul settore energetico.
Gli investimenti di armatori greci in navi metaniere sono attualmente stimati in 5,5 miliardi di dollari, quasi la metà delle 82 navi metaniere attualmente in costruzione nel mondo sono state ordinate da compagnie di navigazione greche.
Tra gli armatori greci che hanno scelto di potenziare le proprie flotte con i nuovi vettori di gas liquefatti c’e’ il gruppo Angelicoussis, la famiglia Logothetidis ed il gruppo Vafias. Gli ordini sono stati collocati in gran parte presso i cantieri navali sud-coreani Hyundai e Daewoo e dei cinesi Guangzhou Wenchong, ma molte unità sono state costruite anche in Giappone, India e Filippine. Perché nessuno dei 36 ordini e’ stato affidato ad un cantiere greco come quello di Perama, di Skaramangas, o di Elefsina?
Secondo l’associazione greca dell’armamento (EEE), le ragioni principali sono: i costi troppo elevati delle riparazioni, il mancato rispetto delle date di consegna e le troppe interruzioni dell’attività del settore a causa di “agitazioni e scioperi messi in atto nei cantieri e nelle officine per le riparazioni da parte dei sindacati”.
Matteo Bianchi