Audi Melges 20 Gold Cup nel segno della continuità

Procede nel segno della continuità la storia della classe 20. Una continuità non riconducibile agli equipaggi, ma bensì ai profili impiegati da chi tra le boe dei “mosquitos” si toglie soddisfazioni.

E gioia più grande proprio non poteva esserci per Fremito d’Arja che, domenica scorsa, ha fatto sua l’Audi Melges 20 al termine di quattro giornate caratterizzata dall’estrema variabilità delle condizioni meteo. Un successo griffato Quantum Sails che bissa quello ottenuto un anno fa nella stessa manifestazione da Stig di Rombelli-McKee-Tortarolo, saliti sul tetto del mondo in quel di Miami.

A Napoli, dove l’Audi Melges 20 Gold Cup ha chiamato a raccolta trentuno equipaggi, lo scafo portato da Dario Levi, Andrea Casale e Stefano Lagi si è sbarazzato della concorrenza grazie a una serie solida, valsa un buon margine di vantaggio su altri due scafi invelati Quantum Sails: Candida Sailing Team (Marinelli-Brcin-Mangialardo), vincitore del circuito Audi Sailing Series Melges 20, e Karma (Pegoraro-Paoletti-Bussani).

Estremamente soddisfatto di quanto ottenuto dai suoi profili Vittorio d’Albertas, deus ex machina del Design Group Italia, che racconta: “Per il secondo anno consecutivo, tra i Melges 20, le nostre vele si sono confermate le più veloci. Merito dell’attento lavoro di sviluppo portato avanti proprio da Andrea Casale e della qualità dei materiali con i quali siamo soliti confezionare i nostri prodotti. Da sempre realizziamo rande e fiocchi in laminato Fusion con fili di Technora ad elevata densità e proprio questo è uno dei segreti delle ottime performance. La randa è un’evoluzione del disegno originale, che era ben impostato ma troppo al limite. Abbiamo lavorato per renderla più versatile: il Melges 20 è una barca molto tecnica e particolarmente sensibile al variare delle regolazioni e le ultime tendenze hanno comportato l’aumento dei carichi sulle manovre fisse. Discorso analogo può essere fatto per il fiocco, che ci siamo preoccupati di rendere un po’ più potente. In fatto di asimmetrico, invece, gioiamo per l’affermarsi della linea italiana. L’AP-Maximus è stato introdotto nel 2011 di nostra iniziativa sfruttando le indicazioni di Andrea Casale: è una vela che fin da subito si è dimostrata azzeccata, potente è difficile da eguagliare in condizioni di planata”.

Trovati i profili giusti, spiega ancora Vittorio d’Albertas, il lavoro dei tecnici della Quantum Sail si è concetrato sulla messa a punto della barca: “…anche perchè una vela buona usata male è spesso più lenta di una vela non al top ma ben utilizzata. Se devo essere sincero, le abbiamo provate un po’ tutte e siamo infine riusciti a stilare una tabella delle tensioni decisamente affidabile”.

Nonostante questa nuova serie di successi, Vittorio d’Albertas non ha certo intenzione di tirare i remi in barca: “Ci godiamo il momento com’è giusto che sia ma non fermiamo certo lo sviluppo: durante l’inverno testeremo alcune soluzioni pensate nel corso della stagione appena conclusa. Seppur scontato, l’obiettivo è sempre quello: dare ai clienti vele affidabili e veloci”.