Italia – India: il Senato approva accordo sulla detenzione

Sperando che la situazione dei due  “marò”, prigionieri in India, si possa risolvere nel più breve tempo possibile, da parte nostra il dovere di evidenziare due importanti avvenimenti che ci rendono ottimisti.  Il primo: giorni addietro, l'ordinario militare per l'Italia, monsignor Vincenzo Pelvi, aveva inviato loro la Lettera pastorale dell'Anno della Fede; a tale lettera  i due marò hanno risposto di “voler continuare a credere in Gesù.

Ci manca la forza, però con un pizzico di serenità non vogliamo demordere anche se ‘veniamo ingiustamente trattenuti' ”. Il secondo: ieri sera il Senato ha dato il via libera al ddl che regola gli accordi fra l'India e l'Italia che consente ai detenuti di entrambi gli Stati di poter scontare la propria pena nel Paese d'origine. Un tale accordo, iniziato quest'estate, oggi legge dello Stato italiano, dopo l'approvazione anche della Camera avvenuta il 17 ottobre scorso, potrebbe coinvolgere Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, qualora il tribunale indiano li giudicasse colpevoli.

Da otto mesi i nostri due marò sono prigionieri in India con l'accusa di aver ucciso due pescatori indiani a largo delle coste del Kerala mentre erano in servizio anti-pirateria sul mercantile italiano Enrica ; siamo ancora in attesa della decisione della Corte Suprema sulla giurisdizione del caso. Mentre il tribunale di , ha rinviato all'8 novembre il processo di merito. Per dirla tutta, l'accordo, approvato ieri, riguarda invece i condannati con sentenza definitiva e potrebbe coinvolgere circa un centinaio di indiani e poco più di una quindicina di italiani rinchiusi nelle carceri indiane.

Tra loro anche Tomaso Bruno e Elisabetta Boncompagni, condannati all'ergastolo per aver provocato la morte di un compagno di viaggio a Varanasi. Per i due marò c'è da attendere un eventuale ricorso alla Corte suprema indiana; intanto, domenica prossima, per il automobilistico, al Buddh International Circuit di Noida,  la Ferrari correrà esponendo la bandiera della Marina Militare Italiana sulle sue monoposto.