Settimana molto triste per la Deiulemar Shipping; questa importante compagnia di navigazione italiana per il trasporto di carichi secchi, è stata dichiarata in fallimento a causa di un buco di più di 500 milioni di euro. Il giudice italiano, nel leggere la sentenza, ha sottolineato che la compagnia è stata l’ultima vittima di una crisi complessa quale è quella del mercato del trasporto merci caduta libera in dal 2008. Il crollo di questo mercato, uno dei peggiori mai affrontato dal settore, ha decretato la fine di molte imprese marittime di trasporto di merci solide alla rinfusa, tra le quali la più antica inglese, la Stephenson Clarke Shipping Ltd.
La “Deiulemar Shipping è stata dichiarata fallita dal tribunale di Torre Annunziata questa settimana”, ha riferito Astolfo Di Amato, avvocato che rappresenta la compagnia Deiulemar, ed il giudice ha nominato anche gli amministratori. Per la cittadina marittima di Torre Annunziata è stato un duro colpo dopo tanti anni che la compagnia ha garantito un lavoro e si prospettano anni difficili per l’occupazione.
La Deiulemar Shipping è stata fondata dai figli dei proprietari di un’altra compagnia di spedizioni, Deiulemar Compagnia di Navigazione, pure questa dichiarata fallita all’inizio di questo anno ( circa 860 milioni di euro -1,11 miliardi dollari-, per lo più verso obbligazionisti). Nel mese di luglio, la G.d.F. italiana ha sequestrato beni pari a 323 milioni di euro, che comprendevano 10 navi appartenenti a Deiulemar Shipping, e arrestato nove membri della famiglia fondatrice, in relazione proprio al fallimento di Deiulemar Compagnia di Navigazione. Subito dopo, da parte dell’avvocato Di Amato, fu presentata una proposta di ristrutturazione del debito che avrebbe incluso la liquidazione di Deiulemar spedizione e la vendita di tutti i suoi beni per soddisfare in parte i suoi creditori.
Prima che la proposta potesse essere valutata, però, il giudice il 18 settembre, sequestrò due navi, lasciando alla Deiulemar spedizioni solo il controllo di quattro navi. “A quel punto abbiamo iniziato a fare nuovi calcoli per valutare se era possibile uscire con un nuovo piano, ma abbiamo pensato che questo non era possibile e ha chiesto alla società di essere dichiarata fallita”, questo è quanto riferito da Di Amato. La Corte, nominando gli amministratori, ha prospettato la gestione controllata del patrimonio sociale fino ad un asta potenziale.
Però, trovare acquirenti per le navi, di questi tempi, sarebbe stato difficile, a meno di prezzi molto bassi; infatti, il valore di una delle cinque anni, nave panamax bulk secco, che di solito trasporta carichi come i cereali, è sceso a 20 milioni di dollari, rispetto ai circa 90 milioni prima della crisi finanziaria nel 2008. E comunque, il settore del trasporto marittimo di merci secche alla rinfusa segna degli indici molto bassi, ed il giudice, mettendo queste navi all’asta potrebbe solo recuperare un quota bassa del debito Deiulemar.