COMITATO TUTELA DUNE E FASCIA COSTIERA di PORTO CESAREO

Nelle acque dell’ di Porto Cesareo viene pescato un raro, apparentemente innocuo ma pericoloso pesce palla. La sua presenza, segnalata ufficialmente per la prima volta nel , è correlabile alla tropicalizzazione del Mediterraneo. Durante una battuta di pesca a circa 4 miglia dalla costa di Porto Cesareo, il Sig. Antonio D’AMATO, pescatore amatoriale,  ha catturato un pesce alquanto singolare di 40 cm di lunghezza e di 1,5 kg di peso.
Ha corpo oblungo, fusiforme, ricoperto di pelle liscia senza placche o scudetti, ma dotato di spine corte e disposte in serie longitudinali nella regione ventrale. Ha la testa robusta, gli occhi circolari e di grandezza media, le aperture nasali minuscole. La bocca è piccola e i denti sono riuniti in due placche dentarie superiori e due inferiori. Il colore del corpo è ardesia o grigio azzurrastro sul dorso, bianco latteo nel ventre.

Nessuno lo conosceva, persino i pescatori locali ne ignoravano l’esistenza. Solo dopo aver messo in rete Internet le sue foto, lo strano pesce ha assunto un’identità: è il CAPOLEPRE (Lagocephalus lagocephalus). E’ una specie pelagica che allo stadio giovanile staziona vicino agli estuari dei fiumi e da adulta preferisce acque tropicali o calde, a profondità tra i 10 e i 100 m, ma può scendere anche oltre m. Perlopiù si sposta grazie alle correnti. Se minacciata, si gonfia ingerendo aria o acqua, che trattiene contraendo gli sfinteri del piloro e dell’esofago e in modo da gonfiare lo stomaco, fino ad assumere una conformazione a palla. Si nutre sia di detriti che di organismi animali (crostacei e molluschi). Si cattura raramente con reti da circuizione e con lenze a terminale di acciaio. Raggiunge i 65 cm di lunghezza totale. Proprio dei mari tropicali, si trova talvolta nel Mediterraneo. Sembrerebbe questa la prima volta che viene catturato nel mar Jonio.
“Mi preoccupa il fatto – riferisce la dott.ssa Maria Carmela MACCHIA (Vice presidente del Comitato Tutela Dune e Fascia Costiera di Porto Cesareo) – che sebbene la sua tossicità non sia accertata, numerose specie appartenenti allo stesso genere hanno carni, pelle e viscere altamente tossiche a causa dell’alto contenuto di tetrodotossina, veleno mortale per l’uomo. E il dott. Franco D’Andria, esperto in produzioni ittiche, aggiunge: ”Faccio presente che il Capolepre, oltre a non essere commestibile, può creare qualche rischio a causa della potente dentatura capace di provocare ferite anche gravi”.

Intanto, lo strano pesce palla pescato a Porto Cesareo riposa in una cella frigorifera e nei prossimi giorni sarà consegnato alla Facoltà di Biologia dell’Università del Salento per uno studio approfondito. Successivamente potrebbe essere imbalsamato ed esposto nel Museo di Biologia Marina “Pietro Parenzan” della marina jonica.