Il ministro dell’interno Annamaria Cancellieri ha assicurato che entro la fine dell’anno sarà licenziato il decreto attuativo che disciplina le modalità d’impiego degli operatori della sicurezza privata a bordo delle navi. Forse non si vuole incorrere in altri incidenti come quello capitato ai nostri Marò, ma occorreva chiarezza soprattutto nelle modalità d’impiego di uomini armati a bordo di navi. Prima di tutto, ha detto il ministro, durante l’audizione alla commissione Difesa del Senato, per prestare servizio a bordo delle navi dirette in zone a rischio pirateria, le guardie giurate dovranno affrontare un corso di base sulla sicurezza sussidiaria, familiarizzazione degli ambienti- nave, convenzioni internazionali ed in più uno stage finalizzato allo specifico contesto d’impiego operativo; naturalmente, questa formazione ed addestramento dovrà essere certificata e con esiti positivi.
Saranno agevolati, per il reclutamento, gli operatori della sicurezza privata che abbiano prestato servizio nelle Forze Armate, anche come volontari. Ricordiamo che la legge 130 dell’anno scorso, ha detto il ministro, “affida alle nostre forze militari un ruolo centrale e primario nell’azione dispiegata a favore degli armatori italiani. Ruolo, peraltro, che, in considerazione della natura e qualità dei beni giuridici coinvolti, costituisce la prima essenziale forma di presidio degli interessi nazionali in questo specifico settore, solo in mancanza del quale è possibile ricorrere alla utilizzazione di guardie giurate private” . E comunque, il ministro è convinto che “sia estremamente opportuno mantenere in termini di sussidiarietà il rapporto intercorrente tra l’utilizzo dei nuclei militari di protezione della Marina Militare e quello dei cosiddetti contractors”.
Altra questione importante che il decreto dovrà risolvere è la modalità di imbarco/sbarco delle armi che sarà possibile solo in una prospettiva di “funzione”. Infatti – ha aggiunto il ministro –“ le armi possono essere imbarcate non solo dal territorio nazionale ma anche dai porti limitrofi alle zone a rischio di pirateria”. Sostanzialmente, si evidenzia una disponibilità di armi a bordo delle navi per il tempo strettamente nautico necessario ai servizi di protezione preventiva contro la pirateria.
Abele Carruezzo