Non sappiamo come andrà a finire la Tirrenia; l’unica cosa certa al momento è il permesso dato dall’Autorità per la Concorrenza di venderla alla Compagnia Italiana di Navigazione (CIN) a condizione di “tariffe e rotte” imposte. L’iter dell’Antitrust italiana si è concluso la scorsa settimana, sottolineando le condizioni di cessione di Tirrenia alla CIN (Moby e Fondo Clessidra).
In particolar modo, l’Antitrust ha imposto riduzioni di prezzi per trasporto di autovetture e di passeggeri, a partire dalla stagione estiva 2013, sulle navi Tirrenia e Moby, lungo le rotte Civitavecchia-Olbia, Genova – Olbia e Genova – Porto Torres, con la seguente motivazione: “Al netto delle promozioni, nella stagione estiva 2012, Moby e CIN-Tirrenia, per le rotte Civitavecchia-Olbia, Genova – Porto Torres e Genova – Olbia, devono applicare livelli tariffari tali da mantenere invariato il ricavo medio unitario realizzato da Moby nella stagione estiva 2009, quando i prezzi erano particolarmente favorevoli ai consumatori, salvo un incremento diretto a neutralizzare gli effetti derivanti dalla variazione del prezzo medio del carburante tra il 2009 e il primo trimestre 2012.
Analoga politica tariffaria andrà attuata anche nel 2013”. Per quanto riguarda poi le “rotte”, l’Antitrust ha imposto a Moby di cessare il servizio merci sulla rotta Livorno – Cagliari, per interesse manifestato di un nuovo operatore; mentre sulla rotta Genova – Porto Torres dovrà operare solo CIN-Tirrenia. Inoltre, Moby e CIN-Tirrenia, nel periodo 2012/2016, non devono stipulare, o devono rescindere con effetto immediato, gli accordi di code-sharing e qualsiasi altra tipologia di accordo finalizzato alla commercializzazione dei titoli di viaggio che intercorra con operatori concorrenti, o con soggetti a questi riconducibili, relativamente alle rotte Civitavecchia-Olbia, Genova – Porto Torres e Genova – Olbia. Questo è quanto è dato di capire dalle motivazioni dell’Autorità per la Concorrenza. Nel frattempo, la Commissione Europea, proprio in questi ultimi giorni, invita l’Italia a conformarsi alle norme comunitarie che riguardano gli appalti pubblici per i servizi di trasporto con traghetto in ambito regionale.
Se l’Italia continuerà a concedere servizi finanziati pubblicamente senza una regolare gara di appalto europea, rischia pesanti sanzioni nell’ambito della normativa sugli aiuti di Stato. La nota della Commissione Europea si riferisce a tre appalti assegnati ad altrettante compagnie regionali (ex Tirrenia), ossia Caremar, Laziomar e Saremar (contratti scaduti alla fine del 2008 e finora sono stati assegnati di fatto, senza indizione di gara per nuova assegnazione). Ora, l’Italia ha due mesi di tempo per informare la Commissione sulle misure adottate per rispettare le norme europee, altrimenti la Commissione attiverà la Corte di Giustizia dell’Unione Europea.