Il primo ha sempre sostenuto una battaglia di principio, il secondo anche politica. L’ingegner Calogero Casilli e il senatore del Pd Salvatore Tomaselli si sono pronunciati, seppur con una diversità di intenti, sulla sentenza del Tar di Lecce che ha annullato il decreto di nomina a presidente dell’Autorità portuale di Brindisi di Hercules Haralambides. “La mia non è mai stata una battaglia personale – ha voluto specificare Casilli – ma semplicemente contro alcune forzature politiche che hanno offeso le professionalità del Paese.
Non è pensabile che l’Italia debba ricorrere a professionalità esterne per questi incarichi”. In effetti il Tar ha accolto la sua tesi e contestato esclusivamente la mancanza di cittadinanza italiana per Haralambides. Ma ovviamente, anche il mondo politico, ed in particolare quello che fin da subito ha contestato la scelta del centrodestra di indicare il professore greco, ha commentato la sentenza di oggi. Di seguito è riportata la nota del senatore Tomaselli su questo argomento.
“La sentenza del Tar di Lecce con cui si accoglie pienamente il ricorso dell’Ing. Casilli avverso la nomina del prof. Haralambides a presidente dell’Autorità Portuale di Brindisi riconosce esplicitamente che la cittadinanza italiana sia un requisito indispensabile per accedere a tale carica. Lo avevamo sostenuto sin dall’inizio, a prescindere dal pur prestigioso curriculum accademico del professore greco: ritenevamo “improponibile” la nomina di un cittadino straniero alla guida di una istituzione pubblica, peraltro per la prima volta nella storia delle authority portuali italiane. Una scelta perseguita con ostinazione dal centrodestra, quasi offensiva verso un territorio ritenuto, evidentemente, incapace di esprimere alcuna professionalità e competenza utile a guidare il porto di Brindisi dopo anni di disastri.
Tali giudizi critici sui criteri e le modalità di questa scelta non ci avevano impedito di rinviare nel tempo i giudizi di merito, auspicando sinceramente che l’iniziativa del nuovo Presidente potesse rilanciare le potenzialità del porto di Brindisi. L’odierna sentenza fa giustizia non solo di una scelta inopportuna e priva di requisiti sostanziali ma ci chiama anche ad un severo giudizio su una esperienza rivelatasi finora del tutto insufficiente, caratterizzata da un altissimo livello di conflittualità con gli operatori locali, da procedure non sempre trasparenti, dal perdurante calo di navi e linee di collegamento con Grecia ed Albania, ad esclusione del traffico crocieristico.
L’aver avuto ragione su quanto sostenemmo un anno fa e l’aver ripetutamente manifestato in questi mesi le nostre riserve sulla gestione del prof. Haralambides non ci rende oggi felici di fronte alla sentenza del TAR di Lecce: dopo una lunga serie di gestioni fallimentari il porto di Brindisi ha perso un altro anno e ancora molte posizioni nei confronti di altri porti, ben più dinamici nei traffici e negli investimenti. Quello che oggi auspichiamo è che la vicenda giudiziaria finisca qui, che non vi siano inutili ricorsi di fronte alla nettezza delle motivazioni del TAR Lecce, che lo stesso Ministero del Trasporti possa avviare da subito la concertazione con Regione, Provincia, Comune e Camera di Commercio per assicurare alla guida del Porto di Brindisi una competenza adeguata e una personalità portatrice di passione e di idee! Davvero, non si può più sbagliare!!!”.
Francesca Cuomo