A meno di un mese all’assemblea in cui si discuterà il rinnovo del vertice di Assoporti, l’ammiraglio Luciano Dassati, presidente dell’autorità portuale di Napoli, traccia l’identikit del candidato ideale alla presidenza: «ci vorrebbe una figura che abbia energia e tempo da dedicare, che possibilmente sia vicino a Roma e che segua la strada che noi autorità portuali indicheremo.
Personalmente confido nei giovani, che dovrebbero essere il nostro investimento perchè hanno una caratteristica che è fondamentale: il coraggio di saper sbagliare». Perchè i problemi sono sempre gli stessi, da anni, spiega Dassati. «Sentiamo parlare della necessità di modifica alla legge 84/94, della burocrazia, dei dragaggi, della messa in rete, dello sportello unico e di autonomia finanziaria».
Il presidente del porto di Napoli chiede che il futuro presidente dia una risposta chiara a tutte queste problematiche. “Se la risposta alle nostre proposte è si, andiamo avanti con priorità assoluta, altrimenti ci spieghino il perchè e le modificheremo. Occorre innanzitutto discontinuità – spiega Dassati – Assoporti è una lobby tecnica e non deve essere politicizzata. Finora c’è stata una conduzione abbastanza politica, anche di contrasto, ma tante cose Nerli non è riuscito a farle, allora bisogna riprendere le fila di un rapporto più forte e stringente con il ministero vigilante”.
Dopo anni di forti turbolenze all’interno dell’associazione delle autorità portuali e in un momento di difficoltà per l’economia del paese, il presidente del porto di Napoli non immagina nè un nome, nè un modello di sistema-portuale che facciano la differenza. “Dobbiamo sviluppare la posizione di Assoporti per quello che riguarda la spending review, ma non bisogna fare un discorso di accorpamenti, piuttosto, analizzare le singole specificità dei porti. C’è bisogno di un sistema di territorio, al nuovo presidente si chiederà di sviluppare una cosa di questo genere, perchè non si possono difendere solo i singoli campanili ma il sistema portuale nel suo complesso”.