Un nuovo passo avanti sul fronte della realizzazione del Mose: la posa delle fondazioni su cui verranno imperniate le barriere mobili della gigantesca opera idraulica in corso di realizzazione a Venezia. Il Modulo Sperimentale Elettromeccanico, il cui acronimo è appunto Mose, che dovrà salvare Venezia dalle acque, comincia a prendere sempre più una forma definita.
Nell’ultimo mese sono state installate le porte della conca di navigazione, l’area che servirà a far transitare comunque le imbarcazioni dirette in laguna, anche a barriere chiuse, all’altezza della bocca di Lido-Treporti e, annota il Consorzio Venezia Nuova concessionario dell’opera, «sono state avviate le operazioni per il varo e il posizionamento finale degli alloggiamenti della barriera di paratoie», opera che avverrà entro maggio. Le barriere infatti troveranno posto in una lunghissima lingua di alloggiamenti che uniscono, sott’acqua, le singole estremità delle bocche di porto.
Da questi alloggiamenti emergeranno, ruotando come se fossero ‘portè incardinate al fondo marino, le paratoie mobili che, riempite d’aria (sullo stesso principio per cui un sommergibile emerge dal fondo del mare) spunteranno sul pelo dell’acqua e fermeranno l’incedere della marea verso la laguna. Ad oggi, secondo i dati comunicati sempre dal Consorzio Venezia Nuova i lavori per la realizzazione del Mose, che costerà circa 5,5 mld, sono arrivati al 65 percento dal completamento.