Tra i tanti velisti impegnati nella campagna olimpica in vista di Londra 2012 ce n’è uno che, dovesse seguire unicamente le ragioni del cuore, rinuncerebbe volentieri all’esperienza a cinque cerchi. Stiamo parlando di Giuseppe Angilella, da poco entrato a far parte dell’universo di Vela del Sud.
Dopo un paio d’anni di inattività imposta da problemi alla schiena, l’atleta del Canottieri Roggero di Lauria di Palermo ha ricevuto la più inattesa delle chiamate un paio di mesi prima del Mondiale ISAF disputato a Perth verso la fine del 2011. Luca De Pedrini, direttore tecnico della Federazione Italiana Vela e già allenatore di Angilella per quasi cinque anni, visti i problemi di salute occorsi a Pietro Sibello, lo voleva infatti al fianco di Gianfranco Sibello nel corso della trasferta australiana, dove l’obiettivo era quello di qualificare la classe per i Giochi di Londra.
GA: “…erano ormai due anni che non regatavo. Dopo il Mondiale delle Bahamas ero stato costretto a sospendere l’attività a causa di alcuni problemi alla schiena che mi impedivano di gareggiare al meglio. Nonostante questo, quando De Pedrini mi ha chiesto se me la sentivo di volare a Perth con Gianfranco, ho dato la mia disponibilità ma dopo esserci consultati con il preparatore atletico abbiamo capito che, senza un allenamento adeguato, era troppo rischioso affrontare una manifestazione così impegnativa”.
D: A quel punto, quindi, la Federazione ha deciso di puntare sul promettente Ruggero Tita…
GA: “Esattamente. In Australia, però, le cose non sono andate come si sperava alla vigilia e dopo le visite mediche di gennaio, che purtroppo hanno confermato l’indisponibilità di Pietro Sibello, Luca De Pedrini mi ha richiamato per propormi di lavorare al fianco di Gianfranco Sibello in vista del Mondiale di Zara, dove l’obiettivo sarà quello di chiudere primi tra gli italiani e qualificare la nazione. Ciò significa piazzarsi più o meno tra i primi venti”.
D: La domanda sorge spontanea: perché la scelta della Federvela è ricaduta proprio su di te?
GA: “Alla base della decisione assunta dalla Federazione Italiana Vela ci sono una serie di motivazioni. Senza dubbio, credo che a deporre a mio favore siano stati i risultati ottenuti durante gli anni di attività svolta nell’ambito della classe 49er: non è errato dire che, dopo i fratelli Bruni e i fratelli Sibello, io e Pietro Zucchetti siamo stati quelli che hanno portato a casa i piazzamenti migliori. Altrettanto importante è il fatto di aver lavorato fianco a fianco con i fratelli Sibello e con Luca De Pedrini per quasi cinque anni: un lasso di tempo piuttosto lungo, nel corso del quale si è instaurato un rapporto di rispetto e di amicizia che va oltre l’ambito sportivo”.
D: Non deve essere stato facile trovarsi a salire su un treno in corsa, specialmente quando la persona da sostituire è un amico…
GA: “Assolutamente. Potrò sembrare retorico, ma tutto ciò che è capitato a Pietro Sibello mi ha colpito moltissimo: sono tanti anni che, assieme a Gianfranco, versa sudore e lacrime inseguendo un obiettivo e proprio nel periodo di massimo splendore, quando la medaglia era una speranza concreta, si è dovuto fermare per un problema fisico”.
D: Gianfranco Sibello è uno dei velisti più esperti della classe 49er. Cosa hai imparato da lui?
GA: “Mi ha aiutato moltissimo a bruciare le tappe del mio rientro e mi ha trasmesso molta dalla sua esperienza, spiegandomi come era solito portare la barca Pietro in condizioni particolari, per esempio con onda o con vento particolarmente leggero. Stiamo parlando di un velista che va in 49er da quattordici anni: logico quindi che da lui si possa solo imparare”.
D: Accennavi prima al Mondiale di Zara, che sarà l’appuntamento clou della prima parte della stagione. Come vi siete preparati e come vi preparerete in vista di questo impegno?
GA: “Nel corso dell’inverno ci siamo allenati in Liguria e le cose sono andate molto bene. Dopo soli venti giorni di navigazione sto ritrovando la forma di un tempo, anche se penso di essere ancora al settanta per cento delle mie potenzialità. Da febbraio a oggi le giornate tipo prevedevano un lungo riscaldamento in bicicletta per me, mentre Gianfranco si dedicava al remergometro. Poi, tre o quattro ore di navigazione. Quindi ancora bicicletta. Io sono più pesante di Pietro Sibello, quindi ci siamo dovuti mettere di impegno per perdere sette-otto chili. Ora sono tornato a Palermo per un po’ di riposo, ma già tra pochi giorni voleremo a Palma per il Principessa Sofia, quindi saremo a Hyeres per un’altra prova di Coppa del Mondo e infine, a maggio, sarà la volta della Croazia e del Mondiale di Zara, dove ci giocheremo tutto”.
D: Pensi che questo ritorno al mondo della vela possa rappresentare per te una nuova opportunità o la vivi come una parentesi?
GA: “Penso possa rappresentare l’opportunità di tornare a regatare ad alti livelli. Sono molto fiducioso e mi sento in forma. Merito di ciò va riconosciuto al mio preparatore atletico, che mi ha aiutato definendo per me un programma di allenamento specifico”.
D: Da poche settimane sei entrato a far parte del progetto Vela del Sud…
GA: “Si, e ne vado molto orgoglioso. Ora sono concentrato sulla campagna olimpica, ma una volta terminato questo impegno sarò a disposizione del team. Ho immediatamente aderito alla proposta di Gabriele Bruni, di cui sono amico da tanti anni, perché il progetto Vela del Sud mi affascina davvero molto: emergere nel mondo della vela, così come in altri sport, non è mai facile. Poter contare su una società che mette a disposizione risorse per diffondere lo sport della vela in Sicilia, che è la mia regione, è qualcosa di assolutamente unico. Anzi, permettimi di ringraziare il presidente di Vela del Sud, Francesco Barranco, l’armatore, Massimo Barranco, e Ganga che mi hanno coinvolto in questa nuova esperienza”.