Volvo Ocean Race: condizioni complesse a prua

L’oceano Pacifico ha finalmente concesso qualche ora di tregua agli equipaggi dopo l’inizio brutale della quinta tappa della . I team ne approfittano per riposare, effettuare riparazioni e riprendere le forze in vista della prossima fase. A bordo di PUMA i due feriti stanno recuperando.

In testa alla flotta Team Telefónica comincia a sentire gli effetti del calo del vento e gli avversari, e PUMA si avvicinano. Le previsioni meteo dicono che la flotta attraverserà una zona di calma e instabilità prima di tornare ad accelerare, a partire da giovedì quando potranno nuovamente avanzare verso .

Terzo giorno di regata e il peggio delle condizioni durissime incontrate dalla flotta sembra ormai passato, dando modo alla maggior parte degli equipaggi di tirare un respiro di sollievo e di rimettere in forma mezzi e uomini. La flotta si trova infatti in una zona di vento meno intenso, creata da un’alta pressione che tuttavia blocca la strada verso i venti da ovest che la dovrebbero portare verso Capo Horn. Il vento più leggero è stato salutato con entusiasmo dai velisti, che hanno tutti concordato nel dire che sono state le condizioni più dure, quelle delle ultime ore, incontrate nel corso della Volvo Ocean Race. “Di certo le peggiori 24 ore che ricordi nelle ultime quattro edizioni della regata.” Ha detto lo skipper di CAMPER . “Passare sull’onda è come giocare alla , sperando non succeda nulla.”

Oltre ai problemi tecnici, però è la salute degli uomini a preoccupare. Durante la notte PUMA Ocean Racing powered by BERG ha informato la direzione di regata che il nuovo componente dell’equipaggio , imbarcato ad Auckland, si era slogato una spalla a causa delle condizioni violente di navigazione e che il prodiere era costretto in cuccetta per forti . L’incidente di Johanson è stato causato dall’impatto con un’onda enorme circa 15 ore dopo la partenza, mentre Smith è rimasto contuso durante un cambio di vela qualche tempo dopo. Lo skipper Ken Read ha dichiarato che la situazione era talmente preoccupante che il team ha preso in considerazione l’idea di raggiungere la terra ferma, le Chatham Islands, che si trovano a circa 500 miglia ad est della Nuova Zelanda per sbarcare i feriti. Fortunatamente, e grazie al lavoro dei paramedici di bordo Rome Kirby, Michi Muller e Jonathan Swain, Johanson si sta rimettendo e il dolore di Casey Smith è tenuto sotto controllo con antidolorifici. Tuttavia Read ritiene che se la situazione di Smith non dovesse migliorare esiste ancora la possibilità che venga evacuato a Capo Horn. “A un certo punto stavamo andando alle Chatham Islands” ha spiegato Read. “Poi fortunatamente la spalla di Thomas è stata rimessa a posto e abbiamo parlato a lungo con Casey, che è uno duro, quindi abbiamo deciso di arrivare almeno fino a Capo Horn e poi di vedere come fare per portarlo a terra. Ma fino a quel momento non abbiamo molte opzioni da giocarci.” Dopo aver riposato per 24 ore Johanson è tornato al lavoro, seppure con cautela e nel ritmo dei turni di bordo. Ken Read ha ammesso che i due incidenti hanno rallentato la corsa del suo team, come ha fatto il danno agli strumenti del vento che hanno smesso di funzionare già la prima notte. Al rilevamento di oggi alle 14, gli americani sono comunque risaliti in terza posizione a poco meno di 8 miglia dai battistrada.

Anche Groupama, sempre secondo, ha approfittato delle migliori condizioni di mare e di vento per riparare una piccola via d’acqua che aveva reso complicata la vita di bordo. “Adesso abbiamo 12/14 nodi di vento e finalmente mare più piatto. Navigare senza tutti quei colpi è molto meglio. Fa anche più freddo, cosa piacevole visto che dalla partenza abbiamo sofferto per il caldo. Abbiamo tirato fuori le polari e i sacchi a pelo” ha detto lo skipper francese Franck Cammas nel corso del consueto collegamento con il suo team di terra a Parigi.”La barca è a posto, abbiamo fatto i lavori necessari prima del buio, abbiamo risolto i problemi del primo giorno e possiamo usare tutte le vele e fermato le vie d’acqua.”

I leader provvisori, gli spagnoli di Team Telefónica hanno pure sperimentato qualche problema a bordo quando la cuccetta su cui riposava Xabi Fernández si è rotta, sorte che è capitata anche alla cucina di bordo che è letteralmente volata via dalla sua base. Danni che tuttavia non hanno messo in pericolo la leadership iberica. Secondo il navigatore australiano Andrew Cape però la situazione futura non si prospetta semplice, per nessuno dei team. “C’è una grossa bolla di bonaccia più avanti che ci impedisce di progredire. Le prossime 24 ore saranno piuttosto lente, e il primo che riuscirà ad uscire avrà la meglio. Credo che sia un approccio complicato, ci stiamo studiando per fare del nostro meglio. Tutti gli avversari sono una minaccia, persino Abu Dhabi. Potremmo rimanere parcheggiati qui per un giorno intero e ci potrebbero raggiungere scegliendo una rotta diversa. Potrebbe succedere di tutto.”

Tutti i team, tranne Abu Dhabi hanno passato l’antimeridiano e sono entrati nei 40° sud. Il team guidato da Ian Walker sta lottando per rifarsi sotto, oggi ha un distacco di poco superiore alle 418 miglia. Secondo lo skipper britannico meglio non guardare le posizioni della flotta perché: “Sarebbe deprimente vederli scappare via. Il nostro obiettivo è di arrivare in sicurezza in Brasile, il più velocemente possibile.” Walker ritiene che con un po’ di fortuna potrebbe riprendere gli avversari, ma sicuramente ciò non succederà in fretta e sicuramente non prima di Capo Horn.

Secondo quanto spiegato dal meteorologo della Volvo Ocean Race Gonzalo Infante, le barche navigano spinte da un vento residuo creato da una bassa pressione, la cui intensità (intorno ai 11/16 nodi) andrà scemando nel corso della giornata. A nord due alte pressioni si stanno unendo e quando raggiungeranno la flotta i team si troveranno intrappolati in una zona di vento leggero e instabile che li ricompatterà. Da domani dovrebbero poi entrare nuove brezze di componente occidentale che potrebbero accompagnarli fino a Capo Horn e per giovedì le previsioni dicono che i Volvo Open 70 potranno riprendere grandi velocità. Inoltre, le ultime informazioni ricevute sulla presenza di iceberg hanno provocato una ridefinizione della zona di esclusione dei ghiacci, che ora si trova a 47° di latitudine sud. Ciò limiterà le possibilità strategiche degli equipaggi nell’avvicinamento a Capo Horn, attualmente a circa 3.500 miglia di distanza. Tale variazione ha anche provocato un ricalcolo delle distanze sul sistema di cartografia elettronica.

Al rilevamento delle 14, Team Telefónica continua a guidare la flotta che guadagna latitudine sud ma nelle ultime ore gli avversari si sono avvicinati. Al rilevamento delle 14 (ora italiana) lo scafo di Iker Martínez avanza con 4,4 miglia di vantaggio sul suo immediato inseguitore, Groupama che è a sua volta impegnato in un intenso duello con PUMA, visto che sono solo 3,3 le miglia che li separano. All’altra estremità del campo CAMPER ha resistito bene in condizioni che sulla carta non gli sono favorevoli, la barca di Chris Nicholson è situata più a ovest e sottovento alla flotta, in quarta posizione a 15,3 miglia da Telefónica mentre Team Sanya è più attardato a 39,6 miglia. Chiude il gruppo Abu Dhabi, a 418, 7. I più veloci della flotta sono gli spagnoli con 14,2 nodi.

Posizioni al rilevamento delle ore 13 GMT (14 ora italiana) del 20 marzo 2012:

1. Team Telefónica, a 6.076,6 miglia da Itajaí¨
2. Groupama sailing team, +4,4
3. PUMA Ocean Racing powered by BERG, +7,7
4. CAMPER with Emirates Team New Zealand, +15,3
5. Team Sanya, +39,6
6. Abu Dhabi Ocean Racing, +418,7

Foto: A. Ross