Volvo Ocean Race: Telefónica al comando dopo una notte brutale

Prime 36 ore durissime per la flotta della , impegnata nella quinta tappa, da Auckland a Itajaì. Poco dopo aver lasciato Auckland le barche hanno incontrato temporali molto forti con venti intorno ai 40 nodi e onde fino a cinque metri, che hanno provocato i primi danno.

I sei team navigano direzione sud-est in un’andatura al traverso molto faticosa. La leadership è stata presa da Telefónica, che guida su , , PUMA, Team Sanya e , tornato in gara questa mattina dopo un pitstop tecnico e qualche ora d’attesa per le condizioni meteo brutali. Intanto la direzione di regata modifica la zona di esclusione, per evitare il rischio iceberg.

“Senza ombra di dubbio è stata la prima notte più difficile che io abbia mai vissuto.” Sono state le parole di Stu Bannatyne di CAMPER, che di Volvo Ocean Race ne ha già corse cinque ed è quindi un testimone più che attendibile, per descrivere la notte scorsa nelle acque del Pacifico. Sopravvisuta a 36 ore di vento molto forte e di onde enormi, la flotta continua ad avanzare, ora con un’andatura più larga e veloce.

Le condizioni meteo durissime avevano costretto Abu Dhabi a far ritorno ad Auckland per riparare una paratia prodiera danneggiata. Malgrado lo shore team abbia completato i lavori a tempo di record, l’equipaggio guidato da Ian Walker ha potuto riprendere il mare e la regata solo questa mattina, dopo aver dovuto attendere qualche ora a causa di venti intorno ai 60 nodi. I cinque avversari di Abu Dhabi sono ora circa 650 miglia avanti e continuano a combattere contro una meteo terribile, causata da un’intensa depressione tropicale, che li ha costretti a fare rotta verso nord prima di potersi dirigere con la prua a sud est con andature più larghe, che hanno fatto superare loro i 20 nodi di velocità. I primi ad adottare questa strategia sono stati gli spagnoli di Team Telefónica che al rilevamento di oggi hanno preso la testa della flotta, con un vantaggio di poco più di 14 miglia sui secondi, CAMPER with Emirates Team New Zealand. Groupama è terzo, distaccato di altre 14 miglia mentre gli americani di PUMA si trovano in quarta posizione a quasi 32 miglia dai leader, Sanya è quinto e Abu Dhabi sesto a oltre 654 miglia. Anche i francesi durante la notte hanno informato di aver avuto un problema al J4, la vela di prua utilizzata nelle andature di bolina con vento forte, che ha fatto perdere loro alcune miglia e ha costretto l’equipaggio a un duro lavoro per recuperare, portare sottocoperta e aggiustare la vela.

Chris Nicholson skipper di CAMPER, in un collegamento con il quartier generale di Alicante questa mattina si è detto sorpreso da quanto difficili possono essere le condizioni di navigazione a bordo di un Volvo Open 70. “Prendiamo colpi fin dalla partenza. La notte scorsa abbiamo avuto 45 nodi per un po’. Era buio quindi posso solo immaginare che le onde fossero superiori ai tre metri, ma il mare era confuso e per niente semplice fare degli atterraggi morbidi. Si fa fatica a stare in piedi, più che altro si avanza a quattro zampe. Tutto quello che sarebbe normale, diventa più difficile. Se il trimmer deve andare sottovento per mollare un po’ di scotta, il timoniere è costretto a poggiare un po’ o si rischia che la persona venga trascinata in coperta dall’acqua.” Nicholson ha detto che è sorprendente come a bordo non abbiano avuto alcuna rottura. “Fino a ora non abbiamo rotto nulla, strano che siamo usciti indenni dalle cadute nel cavo dell’onda. Quando c’è vento sui quarantacinque nodi, comunque sopra i 35, dobbiamo cercare di rallentare la barca per passare. Credo che stanotte il vento rimarrà intorno ai 25/30 nodi per poi scendere lentamente verso i 20. Quindi dobbiamo cercare di passare le prossime ore restando in un pezzo solo.” E tuttavia i velisti di CAMPER stanno spingendo a fondo. “Non siamo in modalità di sopravvivenza, è un assaggio di quello che ci aspetta. Se siamo invelati giusti, spingiamo al 100%. ”

Intanto ad Alicante, il Race Control sta tenendo sotto stretta osservazione la presenza di iceberg sulla rotta che la flotta deve percorrere fino a doppiare Capo Horn. Poiché nelle immagini satellitari ricevute durante la notte si sono riscontrate ampie zone di ghiacci nella zona di esclusione, il limite di sicurezza è stato spostato di due gradi (120 miglia) più a nord rispetto alla posizione precedente. Questo spostamento varia la distanza totale alla meta, ma non ha avuto un effetto sulla graduatoria provvisoria. Con la definizione del nuovo waypoint il leader Telefónica ha già passato la barriera delle 6.000 miglia al traguardo.

Tuttavia, secondo il navigatore di CAMPER Will Oxley questa variazione, che è stata comunicata immediatamente alla flotta, avrà delle ripercussioni sulla strategia della tappa. “Le cose cambieranno parecchio. L’alta pressione si trova proprio a quella latitudine, quindi la tappa è diversa, con meno vento e più bolina. Dovremo vedere come affrontare la situazione.”

Al rilevamento delle ore 14, quando mancano i leader sono scesi sotto le 6.000 miglia alla meta e la flotta naviga con velocità dagli 11 ai 21 nodi la prima posizione è occupata da Team Telefónica, CAMPER è secondo a 14,19 miglia, Groupama terzo a 28,5, PUMA quarto a 31,9 Team Sanya quinto a 54,6 e chiude la flotta Abu Dhabi a 654,4 miglia.

La quinta tappa è la più lunga della Volvo Ocean Race con le sue 6.700 miglia attraverso gli oceani del sud, oltre Capo Horn e fino a Itajaí, in Brasile dove si prevede che la flotta possa arrivare la prima settimana di aprile.

Posizioni al rilevamento delle ore 13 GMT (14 ora italiana) del 19 marzo 2012:

1. Team Telefónica, a 5.996,7 miglia da Itajaí
2. CAMPER con Emirates Team New Zealand, +14,1
3. Groupama sailing team, +28,54. PUMA Ocean Racing powered by BERG, +31,9
4. PUMA Ocean Racing powered by BERG, +31,9
5. Team Sanya, +54,6
6. Abu Dhabi Ocean Racing, +654,4

Foto: D. Fructuoso