I sei team della Volvo Ocean Race hanno lasciato Auckland per quella che è unanimemente considerata come la tappa regina del giro del mondo a vela. Team Sanya ha condotto il percorso costiero prima di mettere la prua verso il mare aperto. Previsioni di tempo molto duro già per le prime 48 ore, che Ian Walker ha definito “diaboliche”, metteranno alla prova barche ed equipaggi.
La quinta tappa della Volvo Ocean Race 2011-12 ha lasciato oggi Auckland, una località che ha segnato un punto di riferimento importante in termini di pubblico, malgrado la sosta sia stata la più breve dell’intero programma. Il Race Village del Viaduct Harbour è rimasto aperto solo 11 giorni ma ha accolto un numero straordinario di persone, oltre 250.000.
E’ stato Team Sanya a condurre la flotta fuori dal golfo di Hauraki e verso le oltre 6.700 miglia della quinta tappa da Aukland a Itajaì. Lo skipper Mike Sanderson ha trovato una partenza pressoché perfetta e ha saputo giocare con le correnti e il vento locale, regalando al suo team la leadership nella regata costiera che ha aperto la frazione che segna la metà del giro del mondo a vela. Alle spalle di Sanya, Abu Dhabi Ocean Racing, PUMA Ocean Racing powered by BERG e quindi Team Telefónica, CAMPER with Emirates Team Zealand e Groupama 4.
E tuttavia, malgrado la soddisfazione di lasciare Auckland in prima posizione sia Sanderson che tutti gli altri skipper sono già concentrati su quello che li aspetta nelle prossime ore, con previsioni che parlano di condizioni impegnative, per non dire molto dure, che costringeranno la flotta a navigare di bolina con mare formato. Secondo il meteorologo della regata Gonzalo Infante, infatti, un sistema di bassa pressione posizionato a nord est di Auckland si sta intensificando nel suo spostamento verso le acque più fredde dell’oceano pacifico meridionale. “Sta creando molto calore e nell’interazione con l’aria fredda che si trova oltre la Nuova Zelanda potrebbe creare venti molto intensi, da 30 fino a 50 o 60 nodi.” Ha spiegato Infante. Un sistema che offre due opzioni ai team. “Normalmente la rotta ottimale sarebbe passare la baia di Plenty fino all’East Cape (il punto più meridionale della Nuova Zelanda) e andare a sud per agganciare i venti da ovest. Però, poiché questa depressione si sviluppa a sud e ad est, il cammino potrebbe essere bloccato da venti forti. Si crea quindi una seconda opzione: navigare verso nord per avere un angolo migliore.”
Lo skipper di PUMA Ken Read ha detto che la priorità numero uno sarà quella di salvaguardare barca ed equipaggio, viste le condizioni di tempesta dei primi giorni di regata. “Saranno condizioni dure per le barche e per gli uomini e penso che prevarranno i più saggi.”
Dopo il “battesimo del fuoco” proprio dopo la partenza, i velisti si troveranno faccia a faccia con i famosi quaranta ruggenti e cinquanta urlanti dei mari del sud, dove il vento soffia costantemente oltre i 40 nodi e le condizioni del mare sono durissime. I sei Volvo Open 70 doppieranno il mitico Capo Horn, dove si uniscono il Pacifico e l’Atlantico. Per evitare il rischio di incontrare iceberg, gli organizzatori hanno stabilito una zona di esclusione.
“Al momento siamo concentrati sulle previsione, che sembrano assolutamente diaboliche per le prime 36 ore” sono state le parole di Ian Walker, skipper di Abu Dhabi, attualmente quinto nella classifica generale. “Dobbiamo preparare barca ed equipaggio il meglio possibile.”
Malgrado tre vittorie di tappa e due nelle In-port race, i leader della graduatoria gli spagnoli di Team Telefónica guidati da Iker Martínez hanno un margine di soli 15 punti, e solo 40 punti separano le prime quattro barche. Considerando che una vittoria assegna 30 punti, a metà delle 39.000 miglia totali della regata, i giochi sono ancora quanto mai aperti. “La porta della vittoria è sempre aperta per tutti i team” secondo Martínez. “Gli equipaggi sono molto forti e il livello è tale che ci saranno di sicuro altre barche che vinceranno delle tappe.”
Terzi sul tabellone, gli ispano/neozelandesi di CAMPER hanno lasciato Auckland freschi della vittoria, e della spinta al morale, nella In-port race di sabato e con 18 punti di distacco dai leader, lo skipper Chris Nicholson pensa che il suo team sia ancora saldamente in gara. “E’ ancora tutta da giocare. Secondo me i risultati del podio sono ancora aperti, tanto quanto lo erano alla partenza da Alicante.”
“Seguo la regata dal 1981 e non mi è mai successo di non avere un’idea chiara di quello che potrebbe succedere come questa volta.” Ha dichiarato Mike Sanderson di Team Sanya, attualmente sesto. Dopo il secondo posto nella quarta tappa e nella In-port race, anche PUMA sta vivendo un buon momento e lo skipper Ken Read, che aveva portato il suo team al terzo posto nella tappa dei mari del sud nell’edizione 2008/09 della Volvo Ocean Race ritiene che la sicurezza sia il fattore principale di successo. “Francamente al momento non penso a chi vincerà o perderà. E’ facile parlare ma la verità è che questi sono posti davvero inospitali e bisognerà affrontarli con intelligenza.”
Si prevede che la flotta possa impiegare circa 18 giorni per arrivare in Brasile.
Classifica generale Volvo Ocean Race 2011-12:¨
1. Team Telefónica, 122 punti
2. Groupama sailing team, 107
3. CAMPER with Emirates Team New Zealand, 104
4. PUMA Ocean Racing powered by BERG, 83
5. Abu Dhabi Ocean Racing, 55
6. Team Sanya, 25
Foto: I. Roman