Volvo Ocean Race: PUMA secondo, 93 secondi fra Telefónica e CAMPER

E’ stato un finale molto intenso, quello vissuto ad Auckland per l’arrivo della quarta tappa della . Dopo la vittoria di , la lotta per gli altri gradini del podio è stata emozionante, con PUMA che è riuscito a conquistare il secondo posto e un arrivo quasi al photofinish per Telefónica e CAMPER, che hanno concluso una battaglia durata tre settimane con solo 93 secondi di distacco. Gli spagnoli conservano la leadership nella classifica generale, i francesi salgono al secondo posto scalzando CAMPER. Ora poco riposo e molto lavoro per i team, che torneranno in acqua già giovedì.

In una mattinata grigia e piovosa, ma accolti dal calore di migliaia di fan gli americani di PUMA Ocean Racing powered by BERG hanno conquistato un meritato secondo posto per cui hanno lottato senza risparmiarsi per le quasi tre settimane di regata, ottenendo il loro primo podio nella Volvo Ocean Race 2011/12.

 Meno di un’ora più tardi è stata la volta di Team Telefónica di tagliare la linea del traguardo al termine di un incredibile match race con CAMPER with Emirates Team New Zealand e una battaglia di strambate che ha visto i due team separati da una vera inezia, solo 93 secondi dopo più di venti giorni e oltre 6.000 miglia di navigazione. Abu Dhabi ha tagliato meno di 34 minuti dopo, chiudendo al quinto posto che lascia un po’ di amaro in bocca allo Ian Walker, comunque autore di una bella rimonta “Veramente non so cosa avremmo potuto fare di più per migliorare la nostra posizione. A un certo punto eravamo terzi. E deludente arrivare quinti, ora è arrivato il momento di un po’ di navigazione al lasco.” Ha detto l’olimpionico britannico al suo arrivo. Sesto Team Sanya guidato dal neozelandese , che ha chiuso l’arrivo della flotta nella 35 minuti dopo.

Migliaia di fan si sono dati appuntamento per dare il benvenuto alle barche in mare, e altre migliaia hanno affollato il noto Harbour di Auckland per seguire da vicino gli ultimi momenti di una tappa quanto mai appassionante, che ritorna nella capitale neozelandese dopo dieci anni di assenza ma che qui trova sempre un’accoglienza straordinaria. Come quella riservata a tarda sera a Groupama 4. Proprio quando i francesi facevano il loro ingresso trionfante in una City of Sails illuminata da mille luci, gli americani di PUMA controllavano il loro piccolo margine sugli inseguitori, con l’intera flotta racchiusa in meno di quaranta miglia riuscendo, in una battaglia di velocità, tattica e di nervi a giocare con il vento e le correnti per estendere il loro vantaggio assicurandosi un prezioso secondo posto e 25 punti nella classifica generale.



PUMA ha tagliato il traguardo alle 10:33:47 GMT (le dieci di sera in Italia) dopo 20 giorni, 3 ore e 57 minuti di regata. 
”E’ bellissimo essere ad Auckland” ha detto lo skipper di PUMA Ken Read mentre lui e il suo team ricevevano il tradizionale benvenuto in stile maori. “Questa tappa è stata dura fin dal primo giorno, quando eravamo nel mar cinese meridionale. So che questo è ciò per cui ci siamo qui, ma vi assicuro che è stata una regata tosta. Questo risultato è la base per costruire il futuro. Ci piacerebbe solo avere qualche settimana in più da passare ad Auckland.” Il secondo posto di PUMA mostra che gli americani sono tornati in gioco, dopo la sfortunata prima tappa in cui sono stati vittima di un disalberamento che ha concesso loro poco, se non pochissimo tempo per prepararsi alle tappe successive e segna il primo podio per il team a stelle e strisce. Un risultato venuto al termine di una tappa tutta all’inseguimento, dato che alla partenza scaglionata da Sanya gli americani avevano già quasi un’ora di gap. Ma, con una coraggiosa strategia e una rotta molto a nord, Ken Read e i suoi hanno risposto alla sfortuna, si sono riportati nel gruppo dopo giorni di navigazione solitaria con prua quasi verso il Giappone, e non hanno gettato la spugna fino alla fine allo spettacolare arrivo ad Auckland.

Se gli americani sono riusciti a controllare, alle loro spalle si è svolto un’altra battaglia ad alta tensione per il terzo posto, con Telefónica e CAMPER autori di un serrato duello di strambate fra le barche del pubblico e un arrivo quasi al photofinish con le due barche separate da un solo minuto e mezzo. Con il terzo posto di Auckland, gli spagnoli che fino ad ora si erano aggiudicati tutte e tre le tappe oceaniche, hanno ottenuto 20 punti che li mantengono al vertice della classifica generale con 121 punti. Comunque soddisfatto lo skipper Iker Martínez che al suo arrivo ha dichiarato che: “E’ un ottimo risultato. Il livello è così alto che andare sul podio è sempre molto difficile. I team sono tutti molto forti. Senza dubbio è un risultato importante per il futuro. Volgiamo anche congratularci con Groupama che ha fatto una tappa fantastica. Si meritano la vittoria.”

Con la vittoria nella quarta tappa, Groupama con 103 punti è salito in seconda posizione, scavalcando gli ispano/neozelandesi di CAMPER, che ora è terzo a 98 punti. Lo skipper Chris Nicholson non è sembrato troppo deluso per non essere riuscito a superare Telefónica in un finale al cardiopalmo fra i due team, come era già  successo nelle fasi finali della seconda tappa a Malè, nelle Maldive. “E’ stata una regata molto combattuta, ma alla fine ci è mancata un po’ di acqua. Siamo stanchissimi e adesso vogliamo solo goderci questo ritorno a casa.” Ha detto lo skipper il cui team ha proprio Auckland come base. Le speranze di CAMPER, come si ricorderà, avevano subito una battuta d’arresto quanto il team era al comando ma ruppe il J2, una vela indispensabile in quelle condizioni e fu superato dai francesi di Groupama, perdendo oltre 60 miglia mentre l’equipaggio lavorava non-stop alla riparazione della vela. Da quel momento per gli inseguitori la regata è diventata una lotta per il secondo posto, con tre team impegnati in una battaglia che si doveva concludere solo sulla linea del traguardo mentre Abu Dhabi e Sanya si facevano sempre più vicini.

Basti pensare che Team Sanya il diciassettesimo giorno aveva un distacco di 393 miglia e di sole 30 all’alba dell’arrivo ad Auckland. Un recupero che rende orgoglioso il team guidato da Mike Sanderson. “E’ bello essere a casa” ha dichiarato il velista kiwi “con tutti questi supporter. Non potrei essere più orgoglioso della nostra tappa. Il fatto che abbiamo tenuto duro e che abbiamo finito così vicini dimostra che possiamo essere competitivi.”

I sei team al termine di una tappa che è stata più lunga e impegnativa del previsto, non avranno molto tempo per riposare, e soprattutto gli shore team hanno davanti quattro giorni di lavoro intenso. Già ieri, poco dopo l’arrivo Groupama 4 è stato alato e sono iniziate le operazioni per riparare la delaminazione nella zona di prua, che aveva fatto temere conseguenze gravi. Il primo appuntamento è fissato per il prossimo giovedì 15 con la regata di prova. Il programma prevede la Pro-am il giorno seguente e la Auckland In-port race, valida ai fini della classifica in quanto prova puntabile, sabato. La partenza della quinta tappa, da Auckland a Itajaì in Brasile, la più lunga della Volvo Ocean Race 2011/12 con oltre 6.700 miglia, avverrà la prossima domenica 18 marzo.

Ordine di arrivo tappa 4 Sanya/Auckland:

1. Groupama sailing team, 019d 15h 35m 54s
2. PUMA Ocean Racing powered by BERG, 020d 03h 57m 50s
3. Team Telefónica, 020d 04h 45m 22s
4. CAMPER with Emirates Team New Zealand, 020d 04h 46m 55s
5. Abu Dhabi Ocean Racing, 020d 05h 20m 35s
6. Team Sanya, 020d 05h 55m 43s

Classifica generale provvisoria Volvo Ocean Race 2011-12:

1. Team Telefónica, 101 punti
2. CAMPER with Emirates Team New Zealand, 83
3. Groupama sailing team, 73
4. PUMA Ocean Racing powered by BERG, 53
5. Abu Dhabi Ocean Racing, 43
6. Team Sanya, 17

Foto: I. Roman