Volvo Ocean Race: finalmente gli alisei

Sono finalmente entrati nel vento forte e favorevole, i sei , potendo mettere la prua verso la destinazione finale di Auckland. La flotta avanza con rotta sud-est divisa in due gruppi, a ovest e sottovento Telefónica, Team e ; a est e sopravento PUMA, Abu Dhabi e , tutti a velocità elevate e vicine se non superiori a 20 nodi. I prossimi giorni fino all’equatore saranno ideali per tentare di avvicinare o battere il record di percorrenza sulle 24 ore.

Dopo tanto cercare, i sei team della sono finalmente entrati nel potente flusso di vento di aliseo di nord est, che li porterà velocemente verso l’equatore e la loro meta finale di Auckland. Da oggi e per quattro giorni il menù parla di aliseo sostenuto, un ingrediente perfetto per camminare veloci toccando punte fino a 30 nodi. I primi a beneficiare dell’arrivo del vento da nord est sono stati i team posizionati più a est, ossia i leader provvisori di Groupama 4 che fanno anche registrare le velocità medie più alte della flotta, ben superiori ai 20 nodi e che hanno portato il loro vantaggio a 55 miglia, secondo l’ultimo rilevamento delle ore 13 GMT.

L’ nel suo blog mattutino ha detto che l’equipaggio è più che pronto a godersi qualche giornata di adrenalina pura. “Eccoci finalmente al lasco, bel vento teso, mare bello, un cielo blu appena punteggiato di piccole nuvole. Dopo una settimana di temperature abbastanza piacevoli, ricomincia a fare caldo e compaiono i primi piccoli ventilatori. Ci prepariamo per un nuovo episodio di “life at the extreme” con forti velocità, torrenti d’acqua in coperta, e tutto il resto… insomma alla Volvo Ocean Race!”

In effetti le condizioni sono ideali per lo scafo francese, il cui skipper Franck Cammas ha sempre dichiarato di aver pensato e ottimizzato soprattutto per le andature portanti, ma anche per gli altri team che nelle prossime ore potrebbero percorrere distanze elevate, superiori alle 500 miglia e non si possono escludere attacchi al record di percorrenza sulle 24 ore. Nella prima tappa, da a Città del Capo era stato CAMPER with Emirates Team New Zealand a fissare l’asticella a 554.16 miglia conquistando l’IWC Speed Record Challenge e secondo il meteorologo Gonzalo Infante gli ultimi modelli meteo e di navigazione suggeriscono che diversi team hanno la possibilità di fare meglio nei prossimi giorni, soprattutto quelli che possono godere di angoli più larghi.

Più ad est dei transalpini solo gli americani di PUMA, per cui l’arrivo del vento porta anche molto sollievo dopo che ieri la loro corsa era stata temporaneamente rallentata da una zona di vento leggero. Un monito per lo skipper Ken Read, che occupa la posizione più orientale del gruppo e quindi è più vulnerabile. Tuttavia, entrando nella brezza più stabile anche per PUMA sono iniziate quelle che gli anglossassoni chiamano “champagne conditions” con sole, mare piatto, temperature piacevoli, ma soprattutto condizioni di navigazione ideali.

Come ha entusiasticamente descritto il navigatore australiano . “E’ fantastico, lasco veloce. Siamo tornati in mare apero, non ci sono navi, reti da pesca, detriti da evitare, basta lasciare andare la barca a 22, 23 nodi. E’ la specialità di queste barche, quindi le sensazioni sono positive. Il contro è che ci si bagna molto, ma andare veloci verso la meta rende felici. Ci sono oltre 20 nodi d’aria. Poco fa abbiamo toccato 26 nodi di velocità e la media è superiore ai 20. Siamo dietro a un fronte, mentre Groupama è davanti, quindi noi possiamo alzarci un po’ di più. In dodici ore potremmo superare quel fronte e l’aria girerà ancora. Abbiamo ancora quattro o cinque giorni di lasco veloci prima di arrivare ai Doldrum, alle calme equatoriali a sud delle isole Salomone. Per adesso stiamo pensando a un piano, ma abbiamo ancora un po’ di tempo per definirlo.”

Più a ovest si trovano invece gli ispano/neozelandesi di CAMPER with Emirates Team New Zealand, e gli spagnoli di Team Telefónica guidati da Iker Martínez in seconda e terza posizione rispettivamente ma che continuano a combattere per cercare di mantenere le velocità degli avversari. Malgrado ciò a bordo della barca bianca e rossa sembrano soddisfatti di quanto fatto finora. Il navigatore  Will Oxley ha spiegato che: “Abbiamo circa 1.400 miglia all’equatore e la flotta è allineata su un’asse est/ovest, tutti camminiamo intorno ai venti nodi.

Ecco perché abbiamo passato tanto tempo andando a est. Il programma di navigazione che usiamo ci dice se l’angolo è giusto per andare veloci abbastanza da recuperare la distanza maggiore. A questo ritmo saremo vicini all’equatore in qualche giorno. Poi ci saranno molte opzioni da prendere nel Pacifico meridionale, dove io personalmente penso che si deciderà la tappa. Per ora è una gara di velocità in linea e l’idea è di guadagnare quando si può e cercare di non perdere in rapporto alle barche più a est. La linea diretta al traguardo passa attraverso le Salomone, una scelta da fare, e poi c’è la Nuova Caledonia e le Vanuatu sulla rotta, quindi si dovrà decidere come passarle. Sarà interessante.” Una parte finale della tappa che tuttavia non sarà priva di insidie e di lavoro. “Speravo che, una volta negli alisei, avrei potuto dormire un po’ di più e invece ogni volta che ricevo i bollettini voglio vedere un po’ più in là nel futuro per vedere di trovare una soluzione che ci porti ad Auckland in buona posizione.”

Se i leader e PUMA nelle ultime ore hanno tenuto medie di 21 nodi, a bordo di Azzam, lo scafo nero di Abu Dhabi condotto da Ian Walker, si sono registrate punte superiori ai 25, che hanno consentito anche il sorpasso ai danni di Team Sanya, oggi sesto. “Finalmente la Volvo Ocean Race!” ha detto l’olimpionico britannico “Basta scarrocciare e basta bolina. Solo potenza, onde in coperta e velocità. Abbiamo appena fatto la nostra prima corsa di 60 milgia in tre ore, malgrado un cambio di vela nel mezzo che ci ha sicuramente rallentati. Speriamo nelle prossime tre di farne 65. Dobbiamo anche cercare di tenere la prua sopra la rotta per rimanere dove ci sono gli alisei migliori. Fortunatamente tutto l’andare a est dell’ultima settimana ora viene ricompensato e ora possiamo navigare con angoli più ampi, al momento andiamocon un agolo di vento regale di 95°, con due mani di terzaroli alla randa e il genoa 2, con un vento di 25 nodi in aumento. La velocità passa dai 18 ai 30 nodi.” Walker ha anche confermato che la riparazione del sistema di movimento della deriva, danneggiato ieri, sembra aver funzionato.

In sesta posizione, lo skipper di Team Sanya Mike Sanderson si è detto contento del lavoro fatto dal suo equipaggio per rimanere a contatto con il resto della flotta, anche se si aspetta che nei prossimi giorni, a causa delle prestazioni inferiori del suo mezzo ci possano essere perdite consistenti. “Abbiamo lavorato duro per stare nel gurppo, stiamo stati in testa e in cosa, ma ora dobbiamo affrontare la realtà della velocità delle barche di nuova generazione. Camminano un nodo più di noi. Siamo tutti agonisti e a tutti piace vincere, ma ora non siamo abbastanza veloci per tenere il passo. Un nodo di differenza è tanto, significa 24 miglia al giorno. Una prospettiva un po’ paurosa, in tre o quattro giorni il distacco potrebbe essere di 100 miglia.”

I sei team hanno ancora più di 3.600 miglia da coprire sino ad Auckland dove si prevede possano arrivare verso il 9 marzo, la linea dell’equatore si trova a circa 1.400 miglia e 500 più a sud la zona delle calme equatoriali, i temuti Doldrum.

Al rilevamento delle ore 14 di oggi, Groupama 4 guida la flotta con 55 miglia su CAMPER e 78,5 su Team Telefónica, terzo, In quarta posizione è PUMA che ha un ritardo di 86,7 miglia, Abu Dhabi è quinto a 107,5 e Team Sanya è sesto con 110,3 miglia di distacco.

Posizioni al rilevamento delle ore 13 GMT (14 ora italiana) del 28 febbraio 2012:

1. Groupama sailing team, a 3.622,4 miglia da Auckland
2. CAMPER with Emirates Team New Zealand, a 55,0
3. Team Telefónica, +78,5
4. PUMA Ocean Racing powered by BERG, +86,7
5. Abu Dhabi Ocean Racing, +107,5
6. Team Sanya, +110,3
(1 miglio = 1,852 km)

Foto: A. Ross