Volvo Ocean Race: tempo duro nel mar cinese meridionale

Mal di mare e onde ripide stanno rendendo la vita difficile ai 66 velisti oceanici impegnati nella quarta tappa della , ripartita ieri notte da Sanya e diretta ad , in Nuova Zelanda per oltre 5.200 miglia di navigazione.

Nell’ostico mar cinese meridionale, diretta verso lo stretto di Luzon, la flotta naviga compatta guidata con un piccolo margine dai francesi di 4, tallonati da CAMPER, Telefonica, Abu Dhabi, Team Sanya e PUMA.  Prossimo lo stretto di Luzon, a oltre 500 miglia dalla posizione attuale.

Sono condizioni dure quelle che stanno affrontando i sei team impegnati nella quarta tappa della Volvo Ocean Race, ripartita ieri notte da Sanya in dopo un rinvio di 17 ore che gli organizzatori avevano deciso per evitare il peggio di una tempesta monsonica annunciata da giorni e puntualmente presentatasi nella zona fra l’isola tropicale e lo stretto di Luzon, fra Taiwan e le Filippine, ossia nel primo tratto di navigazione verso Auckland, in Nuova Zelanda.

Proprio in questa zona, nella scorsa edizione del giro del mondo a vela la flotta era stata messa alla prova da condizioni di vento, ma soprattutto di mare al limite, tanto da causare incidenti, rotture e ritiri. Ricordi che sono ancora freschi in molti dei velisti che oggi, come nel 2009, partecipavano alla regata.

Se nel corso della nottata, a ridosso della grande isola di , i sei Volvo Open 70 hanno incontrato brezze leggere di poco superiori ai cinque nodi che hanno più volte fatto cambiare la leadership, non appena usciti in mare aperto il vento da nord-est ha cominciato a rinforzare e lo stato de mare a peggiorare, con onde di 3/4 metri di altezza. Alle 11 (ora italiana) tutti i team confermavano di navigare con un moto ondoso molto fastidioso, tanto da provocare mal di mare anche a velisti molto esperti, e pericoloso per le frequenti cadute nel cavo dell’onda.

, Media Crew Member a bordo di CAMPER ha descritto così le condizioni: “Il vento è aumentato, abbiamo avuto il nostro primo big bang, con un rumore sordo e un forte colpo. Le condizioni sono peggiorate in fretta e non sono il massimo. Sembra che io la pensi in modo diverso dalla maggior parte dei ragazzi, loro dicono che è bello, a me sembra orribile. Mi sembra la ricetta ideale per il mal di mare.”

Malgrado ciò le velocità restano piuttosto alte, a conferma della potenza delle barche anche di , e intorno o superiori ai 12 nodi mentre gli equipaggi cercano di riprendere il ritmo della navigazione oceanica. “Il segreto è cercare di controllare la barca, di non essere troppo veloci per non avere danni.” Ha spiegato il navigatore di CAMPER Will Oxley.

Questa quarta tappa si presenta particolarmente insidiosa con molti punti di domanda sulla meteorologia, dovuti alla natura molto dinamica degli oceani di questa parte del pianeta. Dai tropici al mar di Tasmania, infatti i sistemi meteo sono noti per la loro variabilità e instabilità. Sia gli esperti che gli stessi velisti, perciò la considerano come una delle tappe più tattiche dell’intero giro del mondo, con diverse opportunità e opzioni su cui giocare.

In particolare le prime 700 miglia, da Sanya allo stretto di Luzon, si prospettano di vitale importanza, con i team che devono sopravvivere a condizioni difficili, navigando di bolina e dovendo fare scelte strategiche di rotta che potrebbero pagare ampi dividendi nel prosieguo della tappa. Queste condizioni sono dovute alla presenza di un sistema di alta pressione posizionato a nord e di una depressione a sud, che andrà progressivamente dissipandosi nelle prossime ore ma che lascerà uno stato del mare ancora impegnativo. La flotta dovrà cercare di coprire la distanza fino allo stretto il più velocemente possibile per beneficiare di venti più intensi e più stabili creati da un nuovo sistema depressionario che si sta creano a nord-est. “Nessuno si augura una o due settimane di navigazione di bolina, specialmente con questo mare.” Ha affermato oggi Ian Walker skipper di Racing a cui fanno eco le parole del suo MCM Nick Dana nell’ultimo report: “Il movimento rende lavorare praticamente impossibile, e ci sono stati molti casi di mal di mare. Quando siamo usciti dal ridosso, il vento è aumentato così come le onde. Inutile dire che è diventato quasi impossibile fare qualsiasi cosa. Quando si cade dalle onde è difficile persino stare in piedi o timonare. Sottocoperta sembra una zona di guerra…”

Una situazione in cui gioca un ruolo importante anche la motivazione, e a cui i 66 velisti sembrano doversi di nuovo abituare dopo il periodo passato a terra. Come dice , timoniere di Team Telefónica:
“Siamo partiti molto motivati perché in Cina è andato tutto molto bene, la partenza è stata complicata. Ora siamo qui, ancora una volta di bolina, a prendere colpi in continuazione, bagnati. C’è abbastanza mare e vento, di bolina lo stomaco soffre, non ci si sente tanto bene, viene mal di testa e non si riesce a dormire. E non appena riesci ad addormentarti, devi svegliarti di nuovo, ed è dura. Però è sempre così i primi due giorni, ci si deve abituare alla vita di bordo.”

Al rilevamento delle ore 14 di oggi, la flotta appare ancora compatta con meno di 15 miglia a dividere i leader provvisori, i francesi di Groupama 4 dagli americani di PUMA. La flotta presenta già una significativa separazione laterale di una trentina di miglia, con PUMA più a nord e Team Sanya più a sud. I transalpini lottano testa a testa con gli ispano/neozelandesi di CAMPER a meno di due miglia, mentre sono 4,3 le miglia che separano i leader della classifica generale di Team Telefónica, 5,5 per Abu Dhabi, 8,4 per Team Sanya e infine 14,8 le miglia di distacco di PUMA che, tuttavia va ricordato, è partito con quasi 40 minuti di ritardo dagli avversari.

Prossimo waypoint per la flotta è il passaggio dello stretto di Luzon, nella parte nord delle Filippine, che dista circa 500 miglia dalla posizione attuale delle barche. La quarta tappa è lunga oltre 5.200 miglia e assegnerà 30 punti al vincitore, 25 al secondo, 20, 15, 10 e 5 punti per i piazzamenti successivi.

Posizioni al rilevamento delle ore 13 GMT (14 ora italiana) del 20 febbraio 2012:

1. Groupama sailing team, a 5.065,6 miglia da Auckland*
2. CAMPER with Emirates Team New Zealand, +1,5
3. Team Telefónica, +4,3
4. Abu Dhabi Ocean Racing, +5,5
5. Team Sanya, +8,4
6. PUMA Ocean Racing powered by BERG, +14,8
(* 1 miglio = 1,852 km)

Classifica generale Volvo Ocean Race 2011-12:

1. Team Telefónica, 101 punti
2. CAMPER with Emirates Team New Zealand, 83
3. Groupama sailing team, 73
4. PUMA Ocean Racing powered by BERG, 53
5. Abu Dhabi Ocean Racing, 43
6. Team Sanya, 17

Foto: H. Hooper