Dopo Genova, il Boot di Duesseldorf è il secondo salone europeo della nautica. E le “onde” della “manovra Monti” si sono fatti sentire, al punto che il direttore generale dell’Associazione dei diportisti tedeschi, Steffen Huebich, ha lanciato pubblicamente l’allarme sulla negatività della nuova tassa sul turismo nautico in Italia.
“Le tasse per le nostre imbarcazioni già le paghiamo nel nostro Paese, e quella che entrerà in vigore in Italia è sbagliata per lo sviluppo del turismo nautico e di charter e per il danno incalcolabile a tutta l’economia italiana”, ha dichiarato Huebich intervenendo alla conferenza stampa organizzata in collaborazione con Assomarinas.
L’invito è stato chiaro ed ordinato: evitare le coste italiane da parte di armatori che dirigeranno i loro attracchi verso la Croazia e Grecia in Adriatico e Corsica e Francia nel Tirreno. Lo avevamo scritto che al nostro Presidente Monti non piace il mare!
Già Assomarinas, con il suo presidente Perocchio, aveva ricordato che una tale norma contrasta con le direttive europee sulla libera circolazione dei mezzi nautici in acque comunitarie, e al salone tedesco ha annunciato di aver dato mandato ai legali di Assomarinas per una segnalazione al Commissario europeo ed avviare ricorso alla Corte di Giustizia europea.
Roberto Perocchio continua ed informa i giornalisti intervenuti al salone tedesco che anche un migliaio di imbarcazioni del “Russian Yacht Club” hanno deciso di cambiare rotta, evitando i porti italiani, nonostante l’accordo scritto lo scorso anno tra Assomarinas e Yacht Club Mosca.
Il Senatore Grillo, presidente della VIII Commissione Lavori pubblici del Senato, si è fatto garante per una modifica sostanziale della “nuova tassa”, confidando nella disponibilità dimostrata dal Ministro per lo Sviluppo Economico Corrado Passera. Già nel decreto sulle liberalizzazioni c’è una norma che ristabilisce un minimo di equilibrio e che esclude dalla tassazione le barche straniere; in più la Commissione con il decreto del 24 gennaio, finalmente è stato abolito l’obbligo della “bandiera” italiana sulle navi da diporto battenti bandiera extra UE.
Era un non senso, visto che negli altri paesi europei viene ammessa la permanenza in acque territoriali senza l’obbligo di cambiare bandiera (diritto alla navigazione); diverso è la fiscalità per dazi doganali e Iva. Il settore della nautica da diporto, in italia, è sicuramente volano di sviluppo sia per l’economia e l’occupazione di un territorio che vanta tanti chilometri di costa accoglienti per un serio turismo nautico.
Abele Carruezzo