Crociere business

Come gli incidenti stradali non fermano la costruzione, vendita delle auto e tutto l’indotto ad essa collegato, così un sinistro navale non fermerà il cruise-business. Sicuramente i sinistri portano meditazioni e riflessioni per rinnovate strategie per incidere sempre più su un mercato in continua crescita.

Il Mediterraneo, una delle aree di traffico crocieristico internazionale, ha portato, in questi ultimi anni il settore marittimo portuale europeo a forti cambiamenti con un radicale stravolgimento delle azioni strategiche portuali, motivate dall’interesse e dal relativo business. E’acclarato che l’industria crocieristica, per dinamismo e prospettive, ha determinato forti mutamenti sull’intero scenario dell’ mondiale.

Infatti, il settore delle è caratterizzato da un’offerta ricca e variegata, distribuita e venduta attraverso i canali più o meno classici dell’intermediazione turistica ad un ampio mercato di domanda. Pertanto le “crociere” si presentano come un comparto in continua evoluzione, caratterizzato da forti processi di cambiamento, sia per quanto riguarda le preferenze della domanda che per le forme di organizzazione dell’offerta, rappresentando un settore alla continua ricerca di un proprio equilibrio dinamico.

Non sarà il della Concordia, come non lo fu il e l’Andrea Doria a fermare il “sogno-viaggio” che l’uomo esprime nella sua struttura ontologica.  Nel campo dello delle crociere, il mercato italiano ha raddoppiato il numero delle presenze di passeggeri che scelgono questa tipologia di vacanza.

E visto che non tutti i porti possono essere “destination”, cioè un in grado di generare autonomamente la domanda di crociere, sono proprio le Autorità Portuali che devono rivestire un ruolo determinante per lo sviluppo dei traffici crocieristici all’interno dei porti e dei flussi turistici. La strategia applicata delle , in questi ultimi anni è stata premiante; denominata la tecnica del interporting, cioè si è permesso ai passeggeri di una crociera di imbarcare/sbarcare in porti interni ad un itinerario, così da essere considerati di inizio/fine-crociera.

Tecnica che si contrappone (a meno di equilibri di una politica dei trasporti forzata a vantaggio di un porto rispetto ad una altro co-regionale) a quella relativa alla strategia dell’home-port croceristico che stava e sta mettendo in crisi la “logistica” di un porto (vedasi caso Venezia e l’impatto ambientale generato da grandi navi da crociera).

L’idea dell’interporting è stata realizzata prima da Costa Crociere (Carnival Corporation), seguita poi dalla MSC Crociere ed oggi dalla Royal Caribbean International; una tecnica, anche se crea dei problemi per tutte le operazioni di imbarco/sbarco su/dalla nave, e quindi forti accelerazioni della macchina organizzatrice dell’accoglienza e sistemazione dei passeggeri a bordo, vi sono da sottolineare dei vantaggi significativi dal punto di vista turistico, in quanto portano le “crociere” proprio in casa dei passeggeri: cioè non è il passeggero che raggiunge la nave per imbarcarsi, ma il contrario, la nave imbarca (assorbe) il passeggero; oltre a comprendere anche i benefici fiscali e le promozioni territoriali da parte delle istituzioni locali (Regione, Provincia e Comune).

Anche se l’interporting complica le operazioni a bordo, ci sono vantaggi significativi in quanto porta le crociere più vicino a più passeggeri;  e con accordi mirati, le compagnie di navigazione divengono azionisti di vettori aerei, di grandi agenzie di viaggio (Alpitour World) e di terminal portuali. Anche il mercato spagnolo sta seguendo questa via:  il Gruppo spagnolo Viaggi Pullmantur, da tour operator di compagnie aeree si è trasformato in Pullmantur Cruises un brand logistico della crociera.

Come Pullmantur  si sono creati altri marchi e permettendo ai porti spagnoli di relazionarsi con i propri terminal con diversi brand crocieristici, e tramite una linea logistica, la Nautilia (catena di agenzie che hanno l’imprimatur a vendere tutte le marche di crociera oltre alla propria della Pullmantur) si spazia sul tutto il territorio spagnolo senza nessuna competizione fra i porti. Ovviamente, risulta necessario partire dal concetto, però, che si tratti di aree portuali ed Autorità portuali che fanno “sistema”, coordinato da una Regione che promuove sul serio lo sviluppo di un territorio marittimo.