Si è conclusa la prima fase dell’operazione ‘Bunker’ da parte della società olandese Smit Salvage incaricata da Costa Crociere di liberare il relitto della Costa Concordia dalle 2.400 tonnellate di IFO380 contenuta nelle 23 casse carburante della nave.
La prima fase dell’operazione è consistita nel posizionare panne assorbenti d’altura in tre cerchi concentrici che chiudono la nave in una barriera in grado di evitare la migrazione di macchie d’idrocarburi.
In attesa che arrivi la nave cisterna che accoglierà il carburante, si stanno completando i dettagli della seconda fase quando i sub collegheranno alle casse le bocchette d’aspirazione e contribuzione acqua dallo scafo. Massima attenzione sarà dedicata alle casse vicine alla sala macchina, più difficili da raggiungere.
Pronto il pool di navi antinquinamento che assisteranno alle operazioni: da Castalia a nave Orione, la nave della marina militare che ospiterà a bordo uno speciale macchinario in grado di separare l’idrocarburo dall’acqua in tempo reale. «È necessario verificare se è possibile sovrapporre l’attività di ricerca a quella del bunkeraggio».
Lo ha detto oggi il commissario delegato all’emergenza Franco Gabrielli parlando durante la conferenza stampa al termine dell’insediamento delle due commissioni che lavoreranno a fianco del dipartimento della Protezione civile sul disastro della Costa Concordia.
«Le ricerche dei dispersi nel naufragio continueranno», ha confermato il prefetto Gabrielli, aggiungendo anche che la nave «non sta avendo particolare stress, è abbastanza stabile».
La decisione di concludere la ricerca dei dispersi su Costa Concordia comunque sarà assunta dal direttore tecnico del soccorso che non sarà lasciato solo. Sarà una decisione complicata della quale io mi assumerò la completa responsabili, ha concluso Gabrielli.