L’Electronic Chart Display and Information System per la maggior parte dei marittimi sta diventando un problema complesso, sia dal punto di vista informatico che cartografico: molti comandanti ed ufficiali della guardia di navigazione si sono interfacciati con questa modalità tecnologica con una certa superficialità, perdendo come si suole dire la carta del navigar.
La scorsa settimana a Londra, si è svolta la seconda conferenza dal tema “ECDIS Revolution”; una opportunità per discutere delle problematiche relative all’adozione delle nuove metodologie di navigazione (ECDIS). Adozione che sarà presa sul serio a partire da luglio del prossimo anno, a livello mondiale; l’Italia sta predisponendo il necessario iter per la formazione e l’addestramento adeguato e certificato, supervisionato dal Corpo Generale delle Capitanerie di Porto.
Come più volte abbiamo scritto sull’argomento, l’ECDIS presenta dei problemi per il personale navigante, per gli uffici idrografici, ma anche per le Compagnie di Navigazione. Prima di tutto, è un problema di “epistè”, cioè di fondamenti, natura, limiti e condizioni di validità del saper scientifico, e fa piacere che questo è stato il discriminante continuo per tutta la durata della conferenza. Cosa che non si è verificato quando nella navigazione si introdusse il giroscopio e soprattutto quando si iniziò a parlare di “punto nave satellitare” con l’adozione del GPS (Global Positioning System).
Stiamo affermando, che un corso sull’ECDIS non può essere licenziato in soli due giorni, perché non è un aggiornamento come lo è stato per le girobussole e per le satcomms. Non è solo sostituire una “carta” vegetale con una elettronica. L’ arte del navigar dell’Ammiraglio dei mari, Cristoforo Colombo, era determinare la strada “rotta” ed inseguirla per andare da un porto ad un altro; la determinazione del “punto nave” verificava l’attendibilità della traiettoria; quindi necessitava di una carta-nautica per la restituzione dei dati.
Oggi, questo concetto è stato del tutto ribaltato: i way-point determinano la traiettoria e quindi si ha bisogno di un ECDIS. Infatti, oggi, noi parliamo di “Positioning”: scienza, dell’ingegneria sistemica, che studia la posizione attuale e futura di oggetti; importante per la navigazione per la determinazione dei parametri dello stato di una nave (rotta, velocità, accelerazioni, latitudine, longitudine, tempo, angolo di rollio,di trim, imbardata) in qualunque punto del globo e per qualunque istante (cioè sempre), lungo lo spostamento per acqua e su acqua da una origine ad un destino.
Ed allora, si richiede un nuovo approccio filosofico-metodologico nei confronti della navigazione: procedure teoriche ed operative, livelli standard da raggiungere che l’ECDIS impone. Il ruolo dell’ufficio idrografico, il fornitore del software ed il produttore delle attrezzature, con il sistema ECDIS sono stati direttamente coinvolti in una esperienza del marinaio navigante: ciò che si vede su una carta elettronica non è quello che si ottiene da un processo cartografico tradizionale; in certi casi possiamo avere ridondanza con incertezze ed altre volte determinazioni che creano certezze.
Il problema più importante che l’ECDIS ha posto al mondo dello shipping è quello della formazione: in un sondaggio americano, su navi SOLAS (Safety Of Life At Sea), sia con quattro ufficiali sia con sei, si evidenzia che la metà di loro necessitano di formazione.