Secondo la Commissione Europea, l’Italia on ha rispettato le norme Ue «per l’esenzione Iva concessa sulle navi». «L’esenzione prevista dalla legislazione italiana non è in linea con quanto consentito dalla direttiva Ue – scrive la Corte dei conti europea -.
Da un lato, va al di là di quanto ammesso, in quanto concede l’esenzione Iva alle navi commerciali che non navigano in alto mare e alle navi destinate ad enti pubblici. Dall’altro, esclude taluni servizi che dovrebbero essere coperti dall’esenzione, ad esempio il carico e lo scarico di navi che navigano in alto mare».
Bruxelles ha ricordato infatti, che l’esenzione Iva può essere concessa, ad alcune condizioni, al rifornimento e al vettovagliamento delle navi utilizzate in alto mare, e per la cessione, la trasformazione, la riparazione, la manutenzione, il noleggio e la locazione di quelle navi.
«Le regole sulle esenzioni Iva – ribadisce la Commissione europea – devono essere applicate in modo corretto e uniforme. Se uno Stato membro estende l’applicazione delle esenzioni, come fa l’Italia in questo caso, crea una disparità tra gli Stati membri e di conseguenza determina distorsioni della concorrenza nel mercato interno».
Inoltre, «se gli Stati membri estendono l’applicazione delle esenzioni oltre quanto consentito, la percentuale dell’Iva destinata al bilancio europeo non verrà raccolta come dovrebbe». Sulla procedura all’Italia era stato inviato un primo avvertimento nel 2009 e un secondo e ultimo nel maggio 2011.
Francesca Cuomo