Pirateria è anche questo!

Non solo sequestro di navi, equipaggio e di carico; ma anche trasferimenti virtuali di container hanno il dono di essere presenti a bordo di più navi e su piazzali di più terminal portuali.

L’International Maritime (IMB) ha individuato una serie di “bill of lading” (polizza di carico) sospette per le spedizioni di container per la . Può sembrare strano, ma questa evenienza ha il sapore di trasferire merce già arrivata a destino molto tempo prima.

Le spedizioni, tutti container, riguardavano quantità di prodotti destinati al consumo e dovevano essere spediti in . Le polizze di carico si riferivano a carichi trasportati da navi (vettori) e timbrate con loghi delle rispettive compagnie di linea. Sostanzialmente, le spedizioni erano avvenute circa tre mesi prima con le giuste navi e di quelle compagnie, ma le polizze avevano date posteriori.

Ricordiamo che le polizze, sono documenti finanziario/economici che rappresentano a tutti gli effetti la merce; in questo caso, si tratta di documentazione falsa e quindi atti di “pirateria” commerciale. E’ risaputo che possono mettere a disposizione delle merci degli slot su navi e su determinate rotte: una nave di una compagnia può effettuare una spedizione per conto di un’altra; in questo caso, la polizza da emettersi sarebbe quella del vettore presso il quale la merce è stata prenotata.

Oggi, però i controlli sono efficaci, in quanto i container possono essere riconosciuti tramite il loro “codice a barre” e quindi si può identificare il vettore fisico che ha operato il trasferimento. In questi ultimi mesi, l’IMB, con i suoi ispettori, ha smascherato i vettori presunti, riportando alla ribalta questi fenomeni di pirateria commerciale: “trarre vantaggio economico in regime di credito documentario”.

Questi recenti fatti, obbligheranno le banche a fare controlli più approfonditi verificando le informazioni corrette per le spedizioni di container giusti ai terminal prima dell’imbarco su navi.

Foto: Simone Rella