La portacontenitori Rena è ancora incagliata

Quando una nave si incaglia, la priorità massima è mettere in salvo l’equipaggio; se poi si tratta di una nave passeggeri si cercherà di mettere in salvo passeggeri ed equipaggio. Poi parte una complessa organizzazione di salvataggio della nave e del recupero della stessa.

Poiché la nave è il mezzo che realizza il processo di un trasporto marittimo, un incaglio creerà problemi di natura tecnica per la nave; economico per le merci trasportate ed ambientali per la salvaguardia di particolari aree per flora e fauna marine. E’quello che sta interessando le acque di Tauranga, a causa dell’incaglio della portacontainer “”, avvenuto il 5 ottobre scorso a 15 miglia al largo della Nuova Zelanda, proprio sulla Astrolabe Reef, sversando in mare 350 tonnellate che ha inquinato le spiagge popolari nella .

Parallelamente ai problemi tecnici, occorre affrontare le responsabilità; in questo caso, alla terza settimana dal “sinistro”, viste le responsabilità nautiche del bridge team della nave, quelle relative al disastro ambientale non sono state ancora dichiarate. I soggetti interessati sono: l’armatore Costamare, la come noleggiatore e proprietaria del carico (non tutto, ma sicuramente di tutti i container imbarcati sulla nave), l’assicuratore del carico e la Società di recupero.

Con questi soggetti principali del “sinistro” dialoga lo Stato che ha la giurisdizione su quel tratto di mare, oltre alla Comunità internazionale intesa a far rispettare le convenzioni approvate. La MSC aveva noleggiata la nave con contratto quinquennale a  $15.000 /giorno, secondo i parametri finanziari della charter company .

Ieri, ancora la MSC, non era in grado di chiarire le attese economiche dei suoi clienti perché aspettava una risposta da parte dell’armatore e della società di recupero; nel frattempo, la MSC è disposta a soddisfare tutti gli obblighi concorsuali nel disastro marittimo. Anche gli assicuratori, Swedish Club, della nave, per conto dell’armatore Costamare, si sono dichiarati disponibili a soddisfare tutti gli impegni derivanti dal disastro.

Si comprende, che oltre simili dichiarazioni non si pò andare, fino a quando la nave sarà soggetta a recupero e sotto controllo dell’armatore: recupero che procede lentamente, da parte della società di salvataggio, la Svitzer Salvage, di proprietà di AP Moller-Maersk.

Intanto, gli spedizionieri dei caricatori stanno già producendo “claims” per le perdite del carico a causa del disastro; si è mosso già il complicato mondo del diritto marittimo internazionale e l’industria degli avvocati, che prima di ogni altro processo, sentenziano colpe, compensazioni, citando articoli e convenzioni su tutti i “media”, sia quelli generalista che specifici; un particolare problema legale sta appassionando la comunità scientifica: i container caduti a mare dalla nave Rena chi è responsabile del loro recupero?

Mentre il costo della operazione di pulizia è già di circa 3,5 milioni dollari, ma tenderà ad aumentare. Intanto, mentre si susseguono varie riunioni, la nave è ancora sulla scogliera ad inquinare e a fare strage di pinguini blu.

Abele Carruezzo