Partita venerdì da Madeira alle 13.30 la seconda tappa della Transat 650: i 76 velisti in solitario fanno rotta per Salvador de Bahia in Brasile. In regata sette italiani.
Al rilevamento delle 7 UTC di sabato al comando tra i Serie Eric Llull a 2736 miglia dal traguardo. Migliore degli italiani Simone Gesi su Dagadà Spirito di Maremma 14esimo a 20 miglia dal leader Benoit Mariette, con Giacomo Sabbatini su Scusami le Spalle in ottava posizione a 5,2 miglia e Simone Gesi su Dagadà Spirito di Maremma 17esimo a 6,3 miglia. Susanne Beyer su Penelope è 21esima.
Sergio Frattaruolo su Bologna in Oceano sta avendo problemi tecnici e è in rotta per Tenerife mentre Giacomo Sabbatini su Scusami le Spalle è 45esimo. Nei proto al comando Sebastien Rogues su Eole Generazione GDF Suez. Maurizio Gallo su Yak è 29esimo, ndrea Caracci su Speedy Maltese è 30esimo e Tiziano Rossetti su Una Vela per Emergency è 31esimo.
Tra i Serie conduce Benoit Mariette, con Giacomo Sabbatini su Scusami le Spalle in ottava posizione a 5,2 miglia e Simone Gesi su Dagadà Spirito di Maremma 14esimo a 6,3 miglia. Susanne Beyer su Penelope 28esima a 9,8 miglia. Sergio Frattaruolo su Bologna in Oceano è 45esimo.
La Transat 650 e’ nata nel 1977 da un’idea dell’inglese Bob Salomon ed era conosciuta fino a pochi anni fa con il nome di Mini Transat. Alla prima edizione della transatlantica parteciparono 23 imbarcazioni. La regata che in passato si chiamava Minitransat, nel corso degli anni ha cambiato nome, ha modificato il percorso, ma la filosofia è rimasta la stessa: una sfida dell’uomo contro la natura a bordo di una piccola imbarcazione di soli 6 metri e mezzo.
L’evento raduna da sempre i migliori velisti oceanici e rappresenta un trampolino di lancio per le classi oceaniche piu’ grandi. Navigatori del calibro di Michel Desjoyeaux, Ellen MacArthur, Loick e Bruno Peyron hanno mosso i primi passi in oceano a bordo dei Mini 650.
La traversata, in solitario e senza assistenza, si corre ogni due anni ed ha un percorso di 4.200 miglia ( 7.800 Km) che dalla Francia porta fino a Salvador de Bahia, in Brasile, con una sola tappa a Funchal (Madeira). La competizione dura in media 30 giorni, durante i quali è vietata qualsiasi tipo di comunicazione con la terra.
Seconda tappa, 3.100 miglia da un emisfero all’altro:
La seconda tappa prende il via in un periodo in cui teoricamente gli Alisei sono già stabili sull’Atlantico. La prima parte del percorso è, in genere, un bordeggio al lasco fino all’Arcipelago di Capo Verde, dove viene posizionata l’unica boa di disimpegno della seconda tappa.
La rotta diretta tra Madeira e Capo Verde passa attraverso le Canarie dove, le alte montagne vulcaniche, provocano grandi coni di ombra, cioè zone di bonaccia. Dopo Capo Verde, proseguendo verso Sud, la flotta è costretta ad attraversare la Zona di Convergenza Inter Tropicale (ZCIT).
Questa zona, chiamata anche Pot au Noir in francese o Horse Latitudes in inglese, corrisponde all’Equatore meteorologico dove si incontrano gli Alisei da Nord-Est dell’emisfero settentrionale e quelli da Sud-Est dell’emisfero meridionale. La posizione e l’ampiezza dello ZCIT possono variare notevolmente, in genere si localizza tra 7° e 3° di latitudine Nord ed è una zona caratterizzata da calme persistenti e bruschi temporali.
Una volta superata la ZCIT, la flotta incontra di nuovo gli Alisei da Sud-Est. Il lungo bordo di avvicinamento al Brasile è mura a sinistra con una rotta più o meno poggiata secondo la direzione degli Alisei e alla longitudine in cui ci si trova all’uscita della ZCIT. Avvicinandosi alle coste del Brasile e fino all’arrivo a Salvador, possono subentrare perturbazioni con cattivo tempo.
Foto: Pierrick Garenne