Montecristo liberato ma il problema pirateria resta

Il blitz delle forze speciali britanniche è riuscito, la nave Montecristo è stata liberata. I militari sono riusciti a prendere possesso del mercantile sequestrato ieri al largo delle coste della , i pirati si sono arresi.

Il blitz di oggi era stato preceduto da un colloquio tra il e il suo omologo inglese, Liam Eppure ormai ci troviamo nella impossibilità di rendere sicuro un viaggio marittimo dagli attacchi dei pirati somali.

Appena ieri mattina, la nave della è stata attaccata navigando verso le rade “garage/ancoraggio/ormeggio” di proprietà della società ad “piratem somaliae”.

Il presidente di , D’Amico, ancora una volta, questa mattina, ha dichiarato che il nostro governo deve essere più presente su questo fronte; e quindi occorre “fare” e non parlare del solo problema più importante per l’Italia: “le  intercettazioni”.

Il problema, ancora una volta, è che nostri lavoratori marittimi connazionali, e le loro famiglie coinvolte, soffrono di un diritto negato: quello della libertà, e della libertà a lavorare.  E’ giunta l’ora di approvare l’imbarco di guardie armate su navi mercantili che solcano quei mari.

Poi è doveroso un adeguato addestramento per garantire sicurezza in navigazione: bastano due guardie a prora e due guardie a poppa, armate e di vedetta; serviti da quattro fari che sparano luce verso il basso della nave e tutto intorno, per non incorrere contro le norme del Colreg2.

In questa maniera la nave navigherebbe dentro un’area di luce che renderebbe visibile qualsiasi avvicinamento di barchini pirati, rendendoli “target” per le guardie armate. Il Comandante Simone Quaranta, esperto di sicurezza marittima, della Thesi di Mola di Bari, centro di alta formazione dei marittimi in Italia, ha aggiunto:”una squadra di security non si può inventare, anche arruolando personale militare fuori servizio.

Occorrono conoscenze e professionalità riguardante la nave, le sue procedure operative, la gestione dei carichi con particolare attenzione alle merci pericolose, l’indispensabile bagaglio linguistico marittimo anche in lingua inglese; le conoscenze delle relazioni economiche e l’indispensabile conoscenza dei rudimenti del diritto marittimo, a partire dalla funzione e responsabilità del Comandante e di tutto il personale imbarcato”.

Abele Carruezzo

Foto: Simone Rella