L’assessore all’Ambiente, Lorenzo Nicastro, comunica che “la giunta regionale, oggi, ha recepito con propria deliberazione il parere negativo del Comitato di VIA (valutazione impatto ambientale) regionale per diverse campagne di rilevamento sismico finalizzate alla verifica della presenza di idrocarburi che investe una vasta area dell’Adriatico Meridionale al largo delle coste pugliesi denominati convenzionalmente D60 D61 D65 D66 D71 D72 D149”.
Le proposte sono state presentate da un’unica società, la Northern Petroleum, nell’ambito di distinti procedimenti di VIA nazionale (competenza Ministero dell’Ambiente) rispetto al quale la Regione esprime un parere endoprocedimentale.
Le richieste di permessi di ricerca D60, D61 e D149 sono riferite ai permessi di ricerca già autorizzati dal Ministero dell’Ambiente nel 2010 e dichiarati illegittimi dai TAR di Bari e Lecce, a seguito dei contenziosi attivati dalla Regione Puglia in ordine ad elementi formali e sostanziali e per i quali la società ha riproposto istanza.
“Ancora una volta – spiega – ci troviamo di fronte ad una frammentazione dello studio di impatto ambientale su diversi, molteplici interventi proposti in un’area vasta”. “Il comitato regionale di VIA, commenta l’Assessore Nicastro, ha giustamente proceduto ad un esame unitario delle diverse istanze in considerazione della loro ubicazione e dei potenziali impatti sulle varie matrici ambientali e sulle attività economiche presenti nell’area.
La normativa vigente, continua l’assessore, prevede l’obbligo di una valutazione complessiva dell’area in cui si inserisce una determinata attività e la proposta della Northern, in tal senso, appare più finalizzata a sminuire i potenziali impatti che ad attenersi a valutazioni rigorose su quelli che potrebbero essere gli scenari potenziali di impatto Ma siamo ormai in presenza di una frenetica corsa all’oro, come del resto dimostrano le numerosissime richieste che si affollano in Regione.
Ecco perché è necessario adoperarsi per valutazioni complessive e rigorose per concludere che lo sfruttamento del petrolio presente nel mare Adriatico potrebbe avere dei risvolti pesantemente negativi dal punto di vista ambientale, economico e sociale.
La Regione ha inteso coinvolgere, nell’ambito delle proprie valutazioni, anche gli Enti territoriali competenti, Comuni e Province, ed i numerosi soggetti istituzionali coinvolti. Da tutti un coro unanime contrario all’avvio di tali attività, preliminare allo sfruttamento vero e proprio dei giacimenti di petrolio che dovessero rilevarsi”.
Secondo l’assessore “dalle valutazioni tecniche effettuate si è rilevato, ancora una volta, che gli studi di impatto ambientale presentati dalla Northern non consentono la valutazione né dei singoli interventi né tantomeno del programma completo di ricerca. I singoli studi non chiariscono i dubbi, già manifestati in analoghe valutazioni, sui rischi e sugli impatti negativi che le indagini proposte potrebbero comportare sulle componenti ambientali e socioeconomiche.
Non vengono affatto considerati le caratteristiche e le vocazioni dell’ambiente marino e della costa pugliese, né si tiene conto delle politiche ambientali, produttive e di sviluppo (soprattutto turistico) che la Puglia, le istituzioni locali e la collettività intendono perseguire. Continueremo a sostenere la causa della tutela dei beni comuni, del nostro mare e delle nostre coste, del nostro paesaggio che sono beni universali e vera fonte di ricchezza per il nostro territorio.
Facciamo appello al Ministero dell’Ambiente perché tenga in debita considerazione la posizione espressa dalla Regione Puglia e da tutti i soggetti portatori di interesse. La Puglia dice di no alle trivelle nel proprio mare perché sono contrarie alla propria idea di sviluppo”.