«Dalle telefonate di giovedì scorso la situazione appare notevolmente aggravata: sono tutti in condizioni fisiche pessime, ricevono dosi di acqua minime, sono allo stremo moralmente e fisicamente. Le famiglie sono in ginocchio, la cosa più insopportabile è il senso di impotenza e la sensazione che sui sequestri internazionali si usino attenzioni diverse a secondo della tipologia dei rapiti».
Così si è espressa Emanuela Massa, portavoce del coordinamento Liberi Subito riferendosi ai sequestrati della Savina Caylyn, intervenendo a Lerici insieme con don Giacomo Martino, direttore nazionale di Stella Maris, alla conferenza dedicata al Mare della solidarietà. L’incontro è cominciato con l’ascolto, in un silenzio irreale, delle parole del comandante della nave, Giuseppe Lubrano Lavadera, che descriveva le inumane condizioni in cui sono costretti.
Una dopo l’altra tutte le famiglie dei marittimi sequestrati sono state contattate telefonicamente, per tutte il dramma di ascoltare impotenti le voci disperate dei loro congiunti. «Agghiaccianti» le ha definite la Massa. Che ha aggiunto: «Siamo impegnati in un tour di 3600 chilometri in tutti i porti e le città italiane. Vogliamo che questi uomini tornino a casa, sono ormai allo stremo. È finito il tempo dell’attesa, adesso vogliamo delle risposte».
Francesca Cuomo