L’Adriatico è di certo un mare delicato e «il limitato ricambio d’acqua non permette alle sostanze inquinanti di disperdersi». Così Otello Giovanardi, ricercatore dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra) ha spiegato i problemi di questo territorio costiero, tornati alla ribalta anche con la recente moria della vongola registrata nelle acque dell’Alto Adriatico.
In questo caso, sottolinea Giovanardi, «l’ipotesi di un virus o di una patologia è più accreditata rispetto all’inquinamento». Ma la perdita di prodotto denunciata dai pescatori è dovuta, oltre allo sfruttamento delle risorse, anche ad un altro fattore: «il mare sta perdendo le sostanze nutritive utili alla produzione di queste risorse».
I nutrienti «come nitrati e fosfati, che provengono dai fiumi e in particolare dal Po, sono stati vietati dalla normativa italiana per ridurre alcuni fenomeni anomali come ad esempio la colorazione del mare, portando problemi soprattutto alla balneazione» spiega il ricercatore. Ma non si tratta di sostanze nocive, «si tratta di fertilizzanti del mare».
Francesca Cuomo