Marea nera in Scozia: altra falla sulla Gannet Alopha

Continua la fuoriuscita di petrolio dalla , 180 chilometri da , sulla costa orientale della Scozia. Lo ha confermato anche la , senza precisare altri dettagli, nè quando sarà in grado di fermare la perdita.

Ieri il colosso anglo-olandese aveva stimato la perdita di 200 tonnellate di greggio, circa 1.300 barili, nel mare del Nord: secondo gli esperti si tratta dell'incidente più grave nell'area dal 2000. La Shell ha inoltre individuato una seconda falla nella piattaforma che ancora non è riuscita a localizzare con precisione e da cui fuoriesce petrolio.

«Abbiamo un sistema sottomarino molto complesso, e la perdita si trova in una posizione difficile con molta vegetazione marina», ha detto il responsabile Shell per l'esplorazione in Europa, . Le squadre di sommozzatori sono al lavoro per individuare la falla. «Incidenti come questo sono delle piccole bombe ecologiche» per gli ecosistemi marini.

Lo ha afferma , biologo marino, a proposito della fuoriuscita di petrolio dalla Gannet Alpha. Si tratta «di ecosistemi molto delicati – precisa -. In particolare il Mare del Nord è un'area di forte concentrazione di merluzzi e luogo di nidificazione per più di una decina di specie di uccelli marini, che sono i primi tra l'altro a risentire degli effetti degli olii pesanti.

Il primo problema è l'intossicazione provocata dal petrolio e la morte conseguente di larve e pesci che sono in superficie». Il dramma, sottolinea l'esperto, «è che si continua a minimizzare l'episodio come se fosse normale che le piattaforme petrolifere perdessero petrolio.

È un atteggiamento assurdo, compreso quello di non diffondere in tempo i dati, che dimostra come le grandi compagnie abbiano solo un unico obiettivo, l'aumento del capitale sociale, in completo sfregio ad ambiente e bene comune».

Salvatore Carruezzo

Foto: EPA