È allarme ecologico al largo delle coste di Mumbai in seguito all’affondamento di un mercantile con a bordo oltre 60 mila tonnellate di carbone e 340 tonnellate di carburante e lubrificanti.
La polizia indiana ha arrestato il comandante e l’ufficiale di macchina per «aver creato una situazione di pericolo» per il traffico portuale. Lo riferiscono oggi i media indiani precisando che i due sono stati poi liberati dietro cauzione.
La nave MV Rak, battente bandiera panamense, si era inabissata due giorni fa dopo un sos lanciato alla Guardia costiera intervenuta per salvare i 30 marinai a bordo.
Una larga chiazza di olio lubrificante è comparsa intorno al relitto e sta minacciando la costa già danneggiata in passato da diverse maree nere. Sul posto sono state inviate delle speciali unità anti inquinamento che tenteranno di «aspirare» gli idrocarburi dallo scafo per evitare che si riversino in mare.
«Per ora il serbatoio è ancora intatto, ma se rimarrà troppo tempo sott’acqua c’è il rischio che si rompa» ha detto un responsabile della Guarda Costiera. L’operazione è resa più difficile a causa delle piogge monsoniche.
Gli esperti di biologia marina dicono che se la falla non sarà contenuta potrà arrecare gravi danni a pesci, ai coralli e alle mangrovie del litorale. Si stima che la marea nera possa raggiungere la città di Alibag, a 30 chilometri da Mumbai nelle prossime 48-69 ore , a seconda del vento.
Ieri la polizia aveva presentato una denuncia anche contro il proprietario della nave partita lo scorso 14 giugno dall’Indonesia e diretta in Gujarat. Sembra che le ragioni del disastro siano dovute alla scarsa manutenzione del mercantile che aveva 27 anni, in violazione delle leggi indiane che proibiscono la navigazione a navi di oltre 25 anni.
Salvatore Carruezzo