La Dover Harbour Board (DHB) ha presentato il suo Piano di sviluppo per i prossimi anni: un piano ambizioso che mira ad espandersi nel mercato dei porti asiatici, sempre che il Governo britannico si convinca della bontà della “privatizzazione” degli scali portuali.
Il Piano di Sviluppo cerca di coinvolgere anche Aeroporti Regionali e Rete Ferroviaria. Già dal 2009, il Governo, con una circolare, invitava i maggiori porti dell’UK a rivedere le loro strutture aziendali e invitava loro a presentare proposte per una fattiva modernizzazione degli scali.
Così, il DHB con la consulenza di Pricewaterhouse Coopers, ha impiegato tutto il 2009 per un’attenta analisi volta ad identificare la migliore struttura, più appropriata per lo sviluppo duraturo e di successo del Porto di Dover. Nel dicembre 2009, il governo ha pubblicato il “Programma operativo Portfolio Asset Efficiency”, in cui sono stati individuati i porti grande fiducia, in particolare Dover, come beni di proprietà pubblica che erano candidati per la commercializzazione.
In gennaio 2010, il Segretario di Stato per i trasporti, ha ufficializzato le proposte e gli accordi per far partecipare il capitale privato alla ristrutturazione degli scali britannici, ed alla fine dell’ottobre del 2010, il Ministro del Tesoro ha pubblicato il Piano nazionale delle infrastrutture e dei porti quale strumento operativo di modernizzazione e privatizzazione della portualità inglese.
L’amministratore delegato, Bob Goldfield, ha sottolineato che l’elemento chiave di tutta l’operazione è l’aver istituito un organismo indipendente , una fondazione: la Port of Dover Community Trust, per gestire i fondi per la ristrutturazione; ed a maggio 2011 è stato emanato un nuovo bando, con scadenza giugno 2011, per accreditarsi proprietà di strutture portuali.
Un futuro più luminoso è alle porte di Dover: la privatizzazione, come afferma la sua campagna pubblicitaria “to grow and thrive as a business, creating in the long-term more jobs and more prosperity for the local community and for the country”.
Corrispondente da Londra
Em. Carr.