La Rosalia D’Amato in silenzio stampa

Da aprile a maggio, soprattutto dalle parti della Somalia il livello di una minaccia da parte dei pirati risulta alto per via delle condizioni meteorologiche che risultano essere particolarmente favorevoli a simili attività. Nel frattempo, in Italia, in queste ore, vige un black out delle informazioni; un silenzio stampa imposto dal ; “silenzio necessitato dalla riservatezza sulle operazioni in corso e sulle iniziative da assumere per la soluzione delle due delicate vicende”: questo è quanto risulta dall’Unità di crisi della per le due navi italiane nelle acque dei pirati somali. Questa è una novità, rispetto agli altri episodi di che hanno visto finora coinvolti uomini e navi italiane; novità che la Farnesina sta operando in stretto raccordo con il Ministero della Difesa. Intanto, sul fatto, la ha aperto un’inchiesta. E per il procuratore aggiunto, Pietro Saviotti, titolare dell’inchiesta, i reati ipotizzati sono di pirateria e sequestro a scopo di terrorismo. Per chi osserva dal mare la posizione attendista e burocratica del Governo italiano non è più sufficiente anche perché non tiene conto che le navi battenti bandiera italiana sono a tutti gli effetti “territorio” italiano. Però, il dibattito che il Parlamento italiano sta svolgendo su questo tema diventa sempre più contrapposto fra maggioranza ed minoranza politica, mentre nostri coetanei sono sotto sequestro. Imbarcare a bordo delle navi mercantili italiane delle guardie private armate: civili armati, dei contractor di fatto, per salvaguardare la navigazione di navi e persone dai pirati; idea fortemente sostenuta dalla maggioranza di governo. Si replica che in Italia non vi sono strumenti legislativi per garantire un simile intervento, e pertanto propongono l’impiego dei militari italiani su navi mercantili. Un tale piano fu predisposto dallo Stato maggiore della italiana in collaborazione con Confitarma; sebbene consegnato lo scorso anno ai ministeri competenti, inspiegabilmente è ancora chiuso in un cassetto.