Il barcone di Marevivo, sede galleggiante dell’associazione, ha riaperto al pubblico e alla divulgazione, dopo l’affondamento di un’altra piattaforma durante la scorsa estate. Il primo sos viene lanciato in difesa di coralli e squali all’interno del progetto Ste (Scuba tourism for the environment), in collaborazione con l’università Alma mater di Bologna e la nave sudanese Felicidad II, per il monitoraggio del Mar Rosso. Secondo il presidente di Marevivo, Rosalba Giugni, “difendere la biodiversità marina è una priorità, e squali e coralli sono a rischio: i primi, essendo grandi predatori, mantengono l’equilibrio all’interno della catena alimentare contribuendo alla salute del Mare; i coralli invece sono i mattoni che si pongono alla base della catena, anche perchè nel loro ecosistema vivono migliaia di altre specie”. La particolarità di Ste è la grande quantità di dati che sono pervenuti a disposizione dei ricercatori, grazie alla rete di volontariato creata da semplici subacquei invitati a fare monitoraggio. Per ora si è evidenziato che, per esempio, nelle acqua egiziane l’antropizzazione ha danneggiato la biodiversità corallina, mentre in Sudan gli squali (specie quelli martello) sono in pericolo per la pratica dello spinnamento ad opera di pescherecci orientali, dove la zuppa di pinna di squalo è ritenuta una prelibatezza.
Marevivo torna in difesa di coralli e squali
Salvatore Carruezzo