Il convegno Yare, che si è svolto a Viareggio, ha analizzato numeri e tendenze della nautica nei porti toscani. Una ricerca di Banca Monte dei Paschi di Siena ha evidenziato che, dopo la lieve contrazione registrata nello scorso anno, produzione ed export del polo della nautica tornano a crescere nel 2011, anche se a ritmi contenuti (+1,8% e +2,3% a/a). Nonostante l’impatto della crisi economica, le società di capitale del distretto appaiono pronte ad agganciare la ripresa, grazie ai sani fondamentali di bilancio. Segnali positivi anche per la dinamica degli impieghi alle imprese industriali della provincia di Lucca, mentre prosegue il deterioramento della qualità del credito per l’insieme dei settori produttivi. Unioncamere Toscana offre invece, nell’ambito della ricerca, un quadro strutturale delle attività connesse alla nautica da diporto, individuandone l’articolazione settoriale, le tipologie di impresa operanti, la relativa localizzazione e distribuzione territoriale, l’organizzazione della filiera, sia a livello nazionale che con riferimento alla Toscana. Dall’analisi emerge che la nautica da diporto (cantieristica, refitting, commercio e noleggio di imbarcazioni) è composto in Italia da 10.864 unità locali, un insieme costituito da realtà organizzative mediamente più strutturate rispetto a quelle operanti in altri settori economici, ma in cui la componente artigiana resta significativa. La Toscana (1.607 unità locali) e la Liguria (1.408) sono le regioni leader, con livelli di specializzazione particolarmente elevati (oltre cinque volte la media nazionale) a La Spezia, Livorno, Lucca e Massa-Carrara. Il posizionamento di Lucca, in particolare, si rafforza nella costruzione di imbarcazioni (seconda nella graduatoria delle province italiane) e nelle attività di riparazione-manutenzione (prima), grazie all’elevato addensamento raggiunto a Viareggio, dove assume connotazioni distrettuali. Esce anche dai confini nazionali lo studio di Confindustria Toscana, dal quale emerge che a livello mondiale il primato in termini di consistenza di parco nautico è detenuto dagli Usa, paese che da solo ricopre quasi il 68% del totale, mentre l’Italia con 618.500 unità si ferma in settima posizione. Anche in termini di produzione al primo posto troviamo gli Stati Uniti che da soli producono oltre l’87% delle unità a motore. Risulta in miglioramento dal 2000 la produzione mondiale di yacht e l’Italia si colloca in prima posizione per “lunghezza totale prodotta”. Dalla ricerca di Confindustria emerge un altro primato italiano: il Paese possiede la miglior bilancia commerciale tra i principali produttori mondiali, mentre sia in termini di import che di export, i paesi con i quali ha il maggior numero di scambi commerciali sono Francia, Regno Unito e Stati Uniti. Analizzando le tipologie di imbarcazioni italiane vendute all’estero, il principale comparto, nonostante la flessione del 30% registrata tra il 2008 e il 2010, resta quello delle barche e panfili a motore. Dall’analisi condotta da Ance Toscana, infine, emerge che la nautica da diporto ha registrato negli anni della crescita economica una buona espansione. Ad oggi sono oltre 100.000 le unità iscritte: alto Tirreno e Tirreno centrale vedono la più consistente presenza di imbarcazioni registrate, anche se la crisi economica dal 2007 ha avuto un significativo impatto sul settore. La crescita dei posti barca ha accompagnato l’aumento delle unità registrate ma vi sono carenze rilevanti nei servizi che incidono nella competitività a livello nazionale ma anche internazionale. Ance Toscana evidenzia, infine, alcune problematiche inerenti alla portualità nazionale e propone migliorie intervenendo sulle strutture esistenti. Un prossimo report sarà dedicato allo stato di avanzamento dei progetti per la Toscana.
Salvatore Carruezzo