Lo scorso 22 marzo, a Bruxelles, la Femip, (Facility for Euro-Mediterranean Investment and Partnership ), il braccio finanziario per il Mediterraneo della Banca europea di investimenti (Bei), ha presentato un piano strategico di cooperazione marittima nel Mediterraneo; lo studio è stato promosso dalla Commissione europea unitamente all’International Maritime Organization (IMO). La Bei ha una vasta esperienza nel finanziamento delle infrastrutture portuali e sarà pertanto disponibile a fornire consulenza critica per lo studio su come migliorare le opzioni di finanziamento e di attrarre finanza privata nel settore dei trasporti. Gli obiettivi fondamentali della cooperazione riguarderanno gli ambiti degli aspetti sociali, la sorveglianza, la sicurezza e le buone pratiche per promuovere il settore marittimo, compresi gli investimenti in infrastrutture. Il Commissario UE agli Affari marittimi, Maria Damanaki, nel promuovere l’iniziativa, ha aggiunto; “questo rappresenta l’inizio di un viaggio promettente e sono lieta di lanciare il primo passo della cooperazione con Bei e IMO nel campo degli affari marittimi nel Mediterraneo”. “E’ un progetto molto interessante, che consentirà di completare e integrare il lavoro già svolto nella regione, compreso quello coordinato dal Regional Marine Pollution Emergency Response Centre per il Mar Mediterraneo (REMPEC), amministrato dal punto di vista tecnico dall’ IMO. Mentre il segretario generale dell’IMO, Efthimios E. Mitropoulos, ha sottolineato l’importanza delle attività di sorveglianza marittima e delle nuove strategie per migliorare la sicurezza, soprattutto nel campo della e-navigation (enhanced – ottimale)“. In questo periodo di cambiamento per la regione del Mediterraneo – ha dichiarato Philippe de Fontaine Vive, vicepresidente della Bei – niente è più importante che la capacità di creare posti di lavoro e di crescita e questo può essere in parte raggiunto facendo leva sul potenziale del settore marittimo”. Secondo de Fontaine Vive “date le immense necessità della regione, abbiamo il dovere di migliorare questa situazione“. Il settore marittimo, nel Mediterraneo, può diventare sostenibile solo se ci saranno lavoratori adeguatamente formati e professionalmente qualificati. La cosiddetta “crescita blu” e l’aumento di “posti di lavoro blu” nel Mediterraneo, dipenderanno dai progressi che si faranno su due fronti principali: da un lato le carriere marittime in genere e quelle della pesca in particolare dovranno rimanere importanti, con condizioni di lavoro equo; dall’altra innalzare gli standard di qualifica e formazione.
Abele Carruezzo