(Foto courtesy Ferretti)
Dopo il parere positivo di Comune e Regione, arriva anche l’approvazione del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici al progetto di un cantiere per mega yacht da 204 milioni di euro
Roma. Si tratta di un progetto per la costruzione nell’area portuale di Taranto, ex banchina/piazzale Belleli, di uno stabilimento della Ferretti che produrrà scafi per gli yacht.
Il progetto e’ stato approvato ieri dall’adunanza della Seconda Sezione del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici con alcune prescrizioni tecniche che ora saranno recepite in fase di progetto esecutivo.
Positivo era stato anche il parere della Regione Puglia e del Comune di Taranto. Per l’Amministrazione comunale tarantina si tratta di riqualificare e mettere in sicurezza un’area inquinata; dare nuovo impulso alla cantieristica navale ionica, con 200 nuovi posti di lavoro diretti e il coinvolgimento delle aziende dell’indotto.
L’intervento pubblico riguarderà in particolare il completamento della cintura della zona del parancolato, una vera e propria barriera rispetto all’acqua di falda che è inquinata. In un secondo momento, sarà aspirata l’acqua inquinata e sottoposta a trattamento di depurazione, ed infine, la piattaforma della banchina/piazzale sarà riconfigurata e sottoposta ad un intervento di capping, copertura, comprese le fondazioni, in modo che il gruppo Ferretti possa poi procedere con la costruzione del nuovo sito industriale.
L’investimento Ferretti mette insieme risorse pubbliche e private per un totale di 204 milioni di euro. Quelle pubbliche, secondo dati dell’Authority Portuale ionica, sono pari a circa 137 milioni di euro: 45,5 milioni del Ministero delle Infrastrutture, 50 milioni dell’Authority e 41milioni della Regione Puglia.
Per il Gruppo Ferretti è previsto che investa in materiali e ricerca circa 62,6 milioni di euro. In programma, la costruzione di edifici e capannoni per 65.500 metri quadrati coperti in un’area di 220.000 metri quadrati.
Quello di Ferretti non è solo un nuovo investimento industriale ma anche un più complessivo progetto di ristrutturazione dell’ex yard Belleli, area sul Mar Grande che l’omonimo gruppo di Mantova ha utilizzato sino ai primi anni 2000 costruendo grandi piattaforme petrolifere offshore installate nel mondo. La decadenza di Belleli fu un brutto colpo per l’economia della città. E ora, a distanza di due decenni, in quella che fu un’area Belleli si prova a ripartire con una nuova iniziativa: non piattaforme per estrarre il petrolio ma scafi per yacht.